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Siria, a Tabqa in corso la battaglia finale contro Isis: quella alla diga

In corso offensiva su vasta scala nella zona sud della diga di Tabqa
Le SDF hanno lanciato l’offensiva finale contro Isis a Tabqa, nella zona sud della diga (Euphrate Dam). Lo hanno fatto in due tappe partendo dal Primo quartiere, liberato meno di due giorni fa. Prima lanciando un attacco per mantenere elevata la pressione sui jihadisti. Poi, appena sconfitto Daesh nel Secondo e Terzo quartiere, sono arrivati i rinforzi in zona e si è passati alla fase offensiva vera e propria. Al momento sono in corso violenti scontri tra i combattenti siriani e i miliziani dello Stato Islamico nella zona della centrale idroelettrica della città e del dipartimento per la Corrente elettrica. Intanto, avanzano anche gli assetti dalla zona nord della diga, per chiudere i hihadisti in una morsa. La battaglia, anche se in queste ore è molto intensa, si dovrebbe concludere rapidamente. Si parla già entro domani. Isil, infatti, ha risorse estremamente limitate e pochi uomini.
Dal lago Assad arrivano rinforzi, che combatteranno anche a Tabqa
Intanto, stanno confluendo a Tabqa via acqua numerosi rinforzi alle SDF, inviati dal Consiglio Militare di Manbij. Questi parteciperanno alla battaglia per cacciare Isis dalla diga e poi rimarranno in zona per prendere parte all’offensiva anti-Daesh a Raqqa. A questo proposito, fervono i preparativi all’aeroporto militare della città, che sarà il “launching point” dell’operazione. I combattenti siriani si stanno organizzando e aspettano di sapere quando arriveranno le armi, anche pesanti, che gli Usa hanno promesso di inviare. La decisione è stata presa formalmente dal presidente Donald Trump. Non si sa, però, quando cominceranno le spedizioni. Le nuove armi saranno cruciali non solo per eliminare lo Stato Islamico nella provincia, ma anche in vista della prossima offensiva a Deir ez-Zor.
La Turchia continua ad attaccare l’YPG in Siria. Si attende l’incontro Trump-Erdogan
Nel frattempo, si blindano i confini tra la Siria (Rojava) e la Turchia per impedire un’escalation della violenza. Soprattutto dopo che l’artigliera di Ankara ha bombardato postazioni delle SDF (YPG) nelle campagne di Tel Rifat. Secondo diverse fonti sui social media, sembra che gli Usa stiano schierando a Derik dei sistemi di difesa antiaerea portatili. Non ci sono, però, conferme ufficiali. Le questioni dei raid e dell’invio di armi al YPG, comunque, verranno affrontate a stretto giro da Trump e dal presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. L’occasione sarà la visita a Washington di quest’ultimo il 16 e 17 maggio.