skip to Main Content

Senegal, il governo sigilla il paese per le proteste. Le sommosse, però, continuano

Il governo del Senegal sigilla il paese per le proteste. Le sommosse, però, continuano. Dopo l’arresto di Sonko si registrano scontri in tutte le principali città e i supporter dell’opposizione non sembrano volersi fermare

Il governo del Senegal ha sigillato il Paese per prevenire un’ulteriore escalation dei tumulti in corso. Le autorità, infatti, hanno ristretto l’accesso a internet e ai social network per gli abitanti della Nazione africana, mentre parallelamente bloccavano le trasmissioni televisive. Le proteste sono cominciate il 1 giugno, dopo che un tribunale locale ha condannato il leader dell’opposizione politica, Ousmane Sonko, a due anni di carcere per corruzione. Migliaia di supporter di Sonko sono scesi sulle strade delle principali città per chiedere il suo immediato rilascio, in quanto la condanna è stata vista come un atto politico per bloccare l’opposizione. In breve le manifestazioni sono sfociate in scontri con le forze di polizia, che hanno già causato una ventina di morti e che continuano seppure con intensità variabile. Peraltro, la condanna è stata annunciata lo stesso giorno in cui prendevano il via i negoziati per il dialogo nazionale tra tutte le principali fazioni politiche nello Stato. La coincidenza ha aumentato la rabbia dei sostenitori di Sonko, che si sono sentiti defraudati doppiamente. La situazione nel Paese continua a essere molto tesa con scontri in tutte le principali città, che rischiano di trasformare le sommosse in una vera e propria insurrezione dagli esiti incerti.

Back To Top