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Nuovo colpo di scena in Libia. Il Consiglio Presidenziale potrebbe cambiare

In Libia giovedì si voterà il probabile rimpasto del Consiglio Presidenziale (PC). HCS di Tripoli e HoR di Tobruk sono d’accordo. Si pensa a una struttura più snella con un nuovo presidente e due soli vice
In Libia ci potrebbe essere un nuovo colpo di scena, dopo il rimpasto di governo del GNA deciso da Fayez Sarraj. Lo stesso Consiglio Presidenziale (PC), di cui il premier di Tripoli è a capo, potrebbe subire cambiamenti sostanziali. L’Alto Consiglio di Stato (HCS) ha infatti rimandato, e non escluso, la votazione sulla proposta della Camera dei Rappresentanti (HoR) di Tobruk di rimodellare il Consiglio. Questa si sarebbe dovuta tenere lunedì, ma è stata posticipata a giovedì. Non si sa come verrà cambiato il PC, ma è certo è che ci sia un accordo tra ovest ed est per un rimpasto. Tra le proposte, peraltro, c’è quella di formarne uno nuovo, composto da due vice e un nuovo leader (oggi i vice sono 5). HoR e HCS sceglieranno un membro del PC di ciascuna regione del paese nord africano. In cambio, la Camera inserirà l’accordo di Skhirat nella dichiarazione costituzionale.
Sarraj rischia di essere tagliato fuori. Secondo la proposta, infatti, sarà la Camera di Tobruk a scegliere il nuovo presidente. l’Questo poi indicherà il premier. Ci sono anche elevate probabilità che le elezioni siano posticipate
L’Alto Consiglio di Stato libico e la Camera dei Rappresentanti dovranno selezionare tra i prescelti i tre nuovi membri del Consiglio Presidenziale. Questi, infatti, dovranno essere graditi da entrambe le parti. Poi, la HoR eleggerà uno di questi a presidente, il quale (entro una settimana) nominerà un nuovo primo ministro. Nel frattempo, i due organismi formeranno una commissione per analizzare tutte le nomine politiche più importanti nel paese nord africano. Se giovedì verrà approvata la riforma del PC, è probabile che si avrà un nuovo assetto istituzionale nella nazione. Non si sa se in tempi brevi o meno. E Sarraj non è certo la scelta più gradita di Tobruk, dopo che la Camera venne esautorata dei poteri per suo ordine. Di conseguenza, si rischia di ripartire da zero o quasi. Con elevate probabilità che le elezioni siano posticipate, come aveva paventato l’inviato ONU nel paese, Ghassan Salamè.