I template cambiano, ma l’esca rimane identica: un pacco in giacenza. L’obiettivo è far inserire all’utente dati sensibili su un falso sito per rubarli e attivare un abbonamento.
Mozambico, perché Ansar al-Sunna continua a prendere terreno

L’apice della barbarie di Ansar al-Sunna, gruppo legato a Isis c’è stata con la decapitazione di almeno 50 persone in uno stadio a Cabo Delgado in Mozambico. La formazione, però, era nata come movimento religioso
Ansar al-Sunna, gruppo terroristico affiliato a Isis, ha decapitato almeno 50 persone in uno stadio a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico. La notizia shoccante ha fatto il giro del mondo sia per la brutalità sia perché conferma che la situazione nel paese africano è sempre più grave e continua a degenerare. Lo confermano anche le ultime notizie su ulteriori attacchi della formazione a Miteda, che sembrano essere diretti a Mueda. Ma chi sono questi jihadisti che combattono nel nome di IS? Il gruppo (nome originale Ahlu Sunnah Wa-Jamo) inizialmente è nato come movimento religioso, apparso per la prima volta nel 2015. Ha cominciato a colpire obiettivi a Cabo Delgado nel 2017, ma come entità fondamentalista è emerso solo due anni dopo con una serie di raid. Le sue azioni si sono poi intensificate improvvisamente nel 2020, culminando con la conquista di Mocimboa da Praia dopo sei giorni di battaglia e la fuga dei soldati locali (FADM).
Il boom dei jihadisti c’è stato grazie ai finanziamenti di un paese del continente africano, dopo che questi hanno giurato fedeltà a IS
Non ci sono conferme ufficiali, ma si vocifera che il recente boom di Ansar Al-Sunna derivi da ingenti capitali e risorse arrivati ai jihadisti da un paese estero del continente africano, probabilmente dopo aver giurato fedeltà a Isis. I locali li chiamano “al-Shabaab”, ma sono una formazione separata rispetto al gruppo basato in Somalia, pur essendoci legami stretti tra le due entità. Secondo fonti d’intelligence, infatti, il suo nocciolo duro è formato da mozambicani. Però, vi fanno parte anche foreign fighters provenienti soprattutto dalla Tanzania e dalla stessa Somalia. Sono ferventi sostenitori di un’applicazione ortodossa della Sharia e ritengono che la nazione africana sia corrotta e abbia “deviato dal percorso”, non seguendo più gli insegnamenti di Maometto. Questo elemento, unito alla dilagante povertà, peraltro è usato come leva per i reclutamenti, soprattutto tra i giovani.
Ansar al-Sunna è cresciuto militarmente grazie all’addestramento fornito dagli al-Shabaab somali in campi di addestramento al confine con la Tanzania
I membri di Ansar a-Sunna sono anti cristiani e anti-occidentali. In Mozambico hanno spesso cercato di obbligare la popolazione a evitare gli ospedali e le scuole, in quanto sono “secolari” e “anti-islamiche”. In principio effettuavano attacchi contro piccole postazioni mal difese, poco rischiose ma molto paganti dal punto di vista mediatico interno. Poi, hanno cominciato ad addestrarsi in campi sparsi in tutto il nord, al confine con la Tanzania, grazie ad istruttori pro-Isis, provenienti anche dagli al-Shabaab originali. Una volta acquisito know how, expertise (e soprattutto risorse) hanno alzato il tiro colpendo bersagli sempre più grandi e complessi, complice anche la scarsa organizzazione ed esperienza (sono state fondate nel 1994) delle FADM, nonché i vetusti equipaggiamenti in dotazione.
Le forze armate del Mozambico (FADM), invece, sono sempre più in crisi. Anche dopo l’arrivo di nuove dotazioni e consiglieri militari. Maputo, inoltre, ancora nicchia sulle offerte internazionali di contributi organici nonostante questi siano l’unica via per capovolgere la situazione
Le FADM, nonostante il recente arrivo di nuove dotazioni e di consiglieri militari internazionali, continuano a perdere terreno contro Ansar al-Sunna. Ciò per vari motivi: da una parte i jihadisti pro-Isis, a differenza dei soldati, vivono tra la popolazione in particolare a nord. Perciò, da una parte godono dell’appoggio degli abitanti locali, estorto a volte anche con la forza, e sono più difficilmente attaccabili per il rischio di causare vittime civili. Dall’altra, Maputo è restia a chiedere un sostegno internazionale più organico, nonostante le offerte di vari paesi come il Sudafrica e di organizzazioni quale la South African Development Community (SADC). Di conseguenza, la capacità operativa delle sue truppe, pur se migliorata, è ancora fortemente limitata e non in grado di capovolgere la situazione.
La decapitazione pubblica e pubblicizzata, peraltro, da una parte avvantaggerà ancora il gruppo pro-Isis. Dall’altra, indebolirà ulteriormente le FADM
Peraltro, le decapitazioni pubbliche e pubblicizzate da Ansar al-Sunna avvantaggeranno ulteriormente il gruppo pro-Isis in Mozambico. Ciò, in termini di propaganda e reclutamenti. Inoltre, aumenteranno la “forza” della formazione, basata sul terrore. Parallelamente, indeboliscono le FADM sia dal punto di vista dell’immagine sia strettamente operativo. Diminuirà il sostegno della popolazione locale e ci saranno più soldati spaventati che decideranno di fuggire, invece di combattere, durante gli scontri con i jihadisti.