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Mozambico, l’aggravarsi della crisi obbliga Palma a rifornirsi solo via mare

L’aggravarsi della crisi in Mozambico ha obbligato Maputo a rifornire Palma solo via mare. Le rotte terrestri, infatti, sono chiuse a causa degli scontri tra militari e Ahlu al-Sunna Wal Jamaa (al-Shabaab), affiliato allo Stato Islamico (ISCAP)

L’aggravarsi della situazione della sicurezza in Mozambico, e in particolare nell’area di Cabo Delgado, sta obbligando Maputo a rifornire Palma solo attraverso il mare. I continui scontri tra militari e jihadisti di Ahlu al-Sunna Wal Jamaa (al-Shabaab), affiliati allo Stato Islamico (ISCAP), rendono infatti impossibile operarli via terra per gli elevatissimi rischi di attacchi a scopo di razzia. Di conseguenza, si è dovuto optare per navi private, affittate per l’occasione. L’ultimo carico di 40 tonnellate di merci varie è arrivato solo poche ore fa e il prossimo di 160 è atteso in settimana, grazie all’arrivo previsto di altre due imbarcazioni. Queste normalmente lavorano per il progetto del gas naturale liquefatto (LNG), guidato dalla francese Total, ma per sono state “prese in prestito” a seguito dell’emergenza. Tanto che nei giorni scorsi hanno già scaricato complessivamente 180 tonnellate di merci.

Intanto, la città è sempre più sotto pressione per il continuo arrivo di sfollati dalle varie aree di Cabo Delgado. Le merci scarseggiano e i prezzi decollano

A complicare ulteriormente lo scenario c’è il fatto che Palma sta subendo un grande pressing a seguito del massiccio e continuo arrivo degli sfollati provenienti dalle aree di scontro tra i soldati e i jihadisti dello Stato Islamico a Cabo Delgado. La città normalmente ospita circa 50.000 persone, ma a causa dell’emergenza ne ha già accolte almeno altre 23.000. Di conseguenza, le risorse standard a disposizione non sono più che sufficienti. Inoltre, le poche disponibili hanno subito impennate dei prezzi anche nel mercato nero.

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