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Mosul, Isis schiera nuova arma: mezzi radiocomandati. Ma sono inutili

I carri radiocomandati Isis si rivelano un fallimento
Isis a Mosul prova a difendersi dagli attacchi nemici usando veicoli radiocomandati. Ne sono stati scoperti diversi nella zona ovest della città. Si tratta di carretti su cui è stato montato un motore e una mitragliatrice comandati a distanza. I mezzi dovrebbero servire a Daesh per attaccare le forze irachene negli stretti vicoli della Città Vecchia. Allo stesso tempo risparmiando risorse preziose, che scarseggiano sempre più. Secondo i militari dell’operazione Stiamo Arrivando Niniveh, infatti, all’interno della ex roccaforte ci sono meno di 1.000 jihadisti dello Stato Islamico. Quando i miliziani hanno messo all’opera i nuovi mezzi, però, non hanno tenuto conto di un grande problema. Al nemico basta lanciare impulsi precisi, jammando il segnale (come avviene quando ci sono pericoli di IED), e i carri diventano inutilizzabili.
L’arsenale Isis guidato a distanza è ormai stato neutralizzato. Droni in primis
Inoltre, i veicoli radiocomandati Isis a Mosul hanno una scorta limitata di munizioni e peccano di precisione nel tiro. Alle forze irachene è bastato scoprirne i primi per capire come quali contromisure adottare e come renderli inefficaci. Peraltro, i responsabili Daesh del progetto “armi comandate a distanza” sono stati uccisi tempo fa da raid della Coalizione. Di conseguenza, i miliziani non hanno né il know-how né il tempo per migliorare gli assetti di cui dispongono. Oltre ai mezzi, infatti, ci sono anche i droni (UAV) artigianali, che sganciano bombe dall’alto sul nemico. Anche questi, comunque, sono stati resi inoffensivi da nuove armi a impulso, che inibiscono i segnali di comando.
A Mosul Ovest uccisi altri 3 comandanti Daesh. Il gruppo non ha più capi
A Mosul la mancata efficacia delle armi e dei sistemi 2.0 di Isis si vedono. Daesh continua a perdere terreno e non ha modo di arginare l’offensiva nemica. Inoltre, vengono eliminati sistematicamente tutti i comandanti e sul terreno rimangono solo i miliziani, senza guida. Gli ultimi sono stati Abu Gamal al-Baljiki, un capo militare dello Stato Islamico; Ahmed Suhaib al-Takriti, l’economista della formazione in città, e Mohamed Elwan al-Takriti, il responsabile dei campi Isil a Mosul Ovest. Le costanti eliminazione dei leader impediscono ai jihadisti di poter organizzare le difese. Infatti, queste vengono gestite in modo differente zona per zona e gli estremisti combattono in ordine sparso, senza alcun tipo di strategia o direzione.