L’esca è la mancata consegna per l’assenza del destinatario. L’obiettivo resta rubare i dati personali e della carta, nonché far abbonare la vittima a un servizio a pagamento.
Il mercato cyber militare fino al 2027 crescerà del 3,5% l’anno

Nel 2027 le spese militari in ambito cyber e sicurezza informatica arriveranno a 12,8 miliardi di dollari
L’incremento della cyberwarfare a livelli globale e delle cyber minacce farà crescere il mercato della sicurezza informatica militare nei prossimi anni. Secondo Reportlinker la cybersecurity con le stellette aumenterà dai 9,8 miliardi di dollari spesi nel 2017 a 12,8 nel 2027. Con un tasso di crescita annuo del 3,5%. Inoltre, complessivamente, questo nel periodo di riferimento avrà un valore superiore ai 130 miliardi. A far decollare la spesa è la sempre maggior presenza di hacker del cybercrime e del panorama degli hactivisti, nonché di conflitti che coinvolgono il mondo cibernetico. Le spese maggiori in ambito militare cyber nel decennio avverranno in Nord America, che avrà circa il 63% del mercato. Ciò è dovuto soprattutto al procurement di sistemi di cybersecurity da parte degli Usa che potrebbero arrivare a investirvi 82 miliardi. In generale, comunque, ci sarà un aumento della spesa generalizzato a seguito della sempre maggiore esigenza di sicurezza informatica.
Le cause trainanti vanno dalla cyberwarfare nazionale al cybercrime, passando per hactivismo e fake news
Nell’ultimo biennio, infatti, c’è stata un’impennata di azioni di cyberwarfare in diverse parti del mondo. Sia dovute ad attori a livello nazione, vedi la Corea del Nord e la Russia, sia da parte di hacker con obiettivi diversi. Si va dal cybercrime all’hactivismo. Inoltre, è scoppiato il fenomeno delle fake news e della propaganda online, che ha trovato spiazzate molte nazioni. Queste si sono trovate costrette a reagire contro campagne di disinformazione con mezzi limitati e rincorrendo l’avversario. L’obiettivo oggi, invece, è sviluppare sistemi in grado di garantire da una parte la sicurezza informatica dei sistemi critici. Dall’altra, prevenire possibili cyber minacce ad ampio spettro, identificando e bloccando sul nascere la diffusione di contenuti falsi e pericolosi. A ciò si aggiunge il fatto che combattere una guerra nel cyberspazio è molto meno dispendioso e rischioso rispetto a un conflitto tradizionale. Senza contare che i risultati potenziali ottenibili sono più paganti.