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Maldive, allerta sicurezza a Malè e in tutto l’arcipelago

Allerta sicurezza a Malè e in tutto l’arcipelago. Si temono nuovi attacchi dello Stato Islamico dopo l’attentato allo speaker Nasheed. Innalzata la protezione anche presso le strutture turistiche

Improvviso aumento di sicurezza a Malè, capitale delle Maldive. Da alcune ore sono state adottate misure più stringenti in alcune aree della città e all’aeroporto internazionale di Velana. Inoltre, è stata rafforzata la vigilanza nei luoghi sensibili, tra cui le strutture turistiche in parte dell’arcipelago. Sembra che la causa sia un alert su una non precisata minaccia. Le autorità hanno confermato il warning e l’innalzamento dell’allerta, ma non hanno voluto fornire ulteriori dettagli. Secondo gli analisti, la polizia teme nuovi attacchi terroristici di matrice jihadista dopo l’attentato allo speaker del Parlamento Mohamed Nasheed, rivendicato dallo Stato Islamico. Il gruppo, peraltro, si è assunto anche la paternità di tre attacchi minori, avvenuti nelle Maldive nel 2020. Inoltre, è ancora impresso nella memoria quello di febbraio dell’anno scorso a Hulhimalé, nel quale furono accoltellati tre turisti: due cinesi e un australiano.

Le autorità del paese asiatico non possono permettersi nuove aggressioni IS, anche per non penalizzare ulteriormente il turismo, già messo a dura prova dal Covid-19

Le autorità delle Maldive temono quindi una possibile recrudescenza di violenza da parte dello Stato Islamico. Non a caso, subito dopo l’attentato a Nasheed, hanno avviato un’imponente caccia all’uomo in tutto l’arcipelago e imposto nuovi blocchi stradali, nonché controlli. Malè, peraltro, non vuole farsi trovare impreparata in vista del ritorno del turismo nel paese asiatico. Un attacco danneggerebbe ancora di più il settore, già messo alla dura prova dalla pandemia del Covid-19. Il problema, però, è che la nazione è storicamente un bacino di reclutamento per IS, tanto che Tanto che oltre 150 cittadini maldiviani sono detenuti nelle carceri delle SDF nell’est della Siria e altri si trovano nelle prigioni irachene. Inoltre, nonostante le continue operazioni per stanare le cellule dei jihadisti, c’è un tasso di condanne molto basso. Di conseguenza, spesso i miliziani tornano in libertà poco tempo dopo il loro arresto.

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