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Libia: UNSMIL lancia piano di 3 punti contro la crisi, ma in pochi ci credono

UNSMIL, la missione ONU in Libia, presenta un piano di tre punti per porre fine alla crisi. Una tregua umanitaria tra Sarraj e Haftar per l’Eid Al-Adha, una conferenza internazionale e il Multaqa rivisto

L’ONU prova ancora a fermare la crisi in Libia. Ghassan Salamé, a capo di UNSMIL (la missione delle Nazioni Unite nel paese africano) ha presentato un’iniziativa per la de-escalation del conflitto tra le forze di Fayez Sarraj e quelle di Khalifa Haftar. Come riporta l’agenzia Anadolu si tratta di un piano di tre punti, che parte dall’ottenimento di una tregua umanitaria durante l’Eid Al-Adha. Il secondo, invece, prevede una conferenza internazionale sulla nazione a cui partecipino gli stakeholder internazionali. Terzo e ultimo punto, infine, è l’organizzazione del famoso “multaqa” in Libia, che però dovrebbe essere diverso da quello che si sarebbe dovuto tenere in passato. Ciò in quanto si baserebbe sulle assicurazioni internazionali emerse dalla conferenza e sancite per iscritto. L’azione al momento appare ambiziosa, anche se ha ottenuto alcuni ok di massima sul primo focus, a seguito dei recenti incontri di Salamé con Sarraj e il Generale.

Nè il capo del GNA né il Generale oggi, però, si possono fermare. Il primo per non perdere il vantaggio acquisito, il secondo per evitare la sconfitta 

Gli analisti internazionali, infatti, ritengono che oggi difficilmente ci siano le condizioni affinché la guerra civile in Libia si possa fermare. Anche con un intervento ONU. Sarraj ha ottenuto, infatti, un vantaggio a cui non vuole rinunciare. Dall’altra parte, Haftar non ha nessuna intenzione di fermare l’offensiva su Tripoli, in quanto sa che uno stop decreterebbe la sua fine. Perciò, da più parti si ritiene che le forze del GNA e dell’LNA continueranno a combattersi, soprattutto sul versante aereo. L’iniziativa di UNSMIL potrebbe essere accolta da Tripoli e Bengasi solo per un motivo: per prendere il tempo necessario a riorganizzarsi. I primi per far partire un nuovo contrattacco, sullo stile di quello che ha portato alla conquista di Gharyan. I secondi, per far rifiatare i soldati e cercare di far arrivare  in qualche modo rinforzi e rifornimenti alla prima linea. 

Anche in caso di tregua umanitaria, c’è l’elevata possibilità che l’LNA continui i radi sull’aeroporto internazionale di Mitiga e su Misurata. Haftar, infatti, lanciò l’offensiva su Tripoli a pochi giorni dall’inizio del precedente Multaqa

Peraltro, anche in caso di una ipotetica tregua tra Tripoli e Bengasi, si teme che i raid aerei di Haftar sull’aeroporto internazionale di Mitiga e su Misurata continueranno. Il Generale, infatti, sa che deve eliminare a tutti i costi i centri di comando dei droni di Sarraj e i piloti alleati al GNA, se vuole sperare di ottenere qualche risultato nell’offensiva a ovest. Perciò, come ha dimostrato recentemente, non si fermerà davanti a nulla pur di raggiungere l’obiettivo. D’altronde lo ha già dimostrato in occasione del precedente Multaqa. A pochi giorni dall’evento, organizzato da UNSMIL, lanciò l’offensiva su Tripoli senza alcuna remora, mandandolo a monte.

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