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Libia, si pensa di posticipare la Conferenza Nazionale a marzo
La Conferenza Nazionale (Al Multaqa Al Watani) in Libia potrebbe essere posticipata a marzo. UNSMIL e Salamé sono preoccupati. La sicurezza latita e a est ci sono turbolenze politiche
La Conferenza Nazionale (Al Multaqa Al Watani) in Libia potrebbe slittare a marzo. Lo si apprende da fonti qualificate, secondo le quali sarebbe la stessa UNIFIL – la missione ONU nel paese africano – a ipotizzare di spostare l’evento di un mese. Ciò per ottenere una maggiore partecipazione e coinvolgimento dalle parti in conflitto. Negli ultimi giorni, infatti, ci sono stati segnali preoccupanti da est. Sia da Khalifa Haftar sia dalla Camera dei Rappresentanti (HoR) di Tobruk. Il primo non ha gradito le critiche da parte del capo di UNSMIL, Ghassan Salamé, all’avvio della sua nuova operazione a sud. Tanto che a Bengasi c’è stata una manifestazione di piazza dove sono stati bruciati manifesti con il volto dell’inviato delle Nazioni Unite. I secondi, invece, non sono convinti che la Conferenza possa portare effettivamente i frutti sperati. E cioè sicurezza, nonché intese stabili che accompagnino la nazione verso il referendum ed elezioni.
Anche la nuova operazione militare di Haftar a sud contro terrorismo e criminalità non sembra portare i frutti sperati. La popolazione di Murzuk protesta e il suo ministro delle Abitazioni si dimette. Il generale è accusato di voler fare pulizia etnica nei confronti della tribù Tabu
Non solo. A sud della Libia la situazione continua a essere turbolenta. Le manovre del generale, che in teoria avevano lo scopo di combattere terrorismo e criminalità per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, hanno avuto l’effetto opposto. Prima le milizie di Sabha si sono opposte, minacciando di intervenire se le forze di Haftar fossero entrate in città (tanto che l’operazione è stata congelata e ne è stata lanciata una nuova più a sud). Poi, è intervenuto nella partita anche il consiglio sociale di Murzuk. Questo ha accusato l’uomo forte della Cirenaica e i vertici dell’LNA di voler annientare la tribù Tabu. Le sue parole hanno scatenato una protesta degli abitanti della zona contro Bengasi. Inoltre, il ministro delle Abitazioni del governo islamista dell’Est, Ali Koso, si è dimesso per lo stesso motivo. Affermando, che quella di Haftar è pulizia etnica e non azioni per riportare la sicurezza.
Inoltre, si aggiungono le lotto interne al Consiglio Presidenziale (PC) di Fayez Sarraj. L’evento va rimandato, ma non troppo a lungo. Altrimenti si rischia che saltino referendum ed elezioni
Questi elementi, uniti alle lotte interne che stanno dilaniando il Consiglio Presidenziale (PC) di Fayez Sarraj, preoccupano UNSMIL, Salamé e la comunità internazionale. Ciò ha fatto sì che il capo della missione ONU facesse nei giorni scorsi diversi colloqui e incontri, definiti “strategici”, sulla situazione attuale nel paese africano e sui possibili sviluppi a breve. Le risposte sembra siano state discordanti e poco soddisfacenti. Di conseguenza, si sta valutando molto seriamente se posporre la Conferenza Internazionale, almeno fino a quando non ci sarà un quadro più certo del panorama. L’evento, comunque, non potrà essere rimandato troppo a lungo. Pena vedere sfumare i tempi previsti per il referendum e le elezioni.