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Libia, Sarraj si prepara ad attaccare Haftar a Sirte. Forse con l’ok dell’Egitto

Sarraj si prepara ad attaccare Sirte, ultima roccaforte di Haftar a ovest. Le forze del GNA ricevono altri rinforzi e gli assetti che circondano la città si posizionano
Si avvicina il probabile attacco delle forze di Fayez Sarraj all’LNA a Sirte, nonostante le tensioni con l’Egitto. I soldati del GNA nelle scorse ore hanno ricevuto una nuova tornata di rinforzi dalla capitale e da Misurata. Inoltre, continuano i movimenti degli assetti che circondano l’ultima roccaforte di Khalifa Haftar a ovest. Invece, per quanto riguarda Jufra, l’altro punto di scontro con Il Cairo, non si registrano segnali. I militari di Tripoli sono vicini, ma si mantengono una sorta di “distanza di sicurezza” e non danno cenni su una possibile avanzata a breve termine. Sembra che alla fine si potrebbe giungere al compromesso ipotizzato da diversi analisti. E cioè che il governo occidentale riprenda la città costiera e poi si fermi per dare il via a una tregua e a negoziati per riprendere il processo politico, interrotto dalla campagna a sorpresa del Generale.
Forse, però, l’offensiva di Tripoli avviene dopo un accordo con l’Egitto (mediato dagli Usa). Il GNA può riprendere Sirte ma poi deve fermarsi subito. Non a caso, Il Cairo ridimensiona le minacce di Al Sisi sul possibile intervento militare, in caso sia superata la red line
Intanto, l’ONU interviene per chiedere agli alleati regionali di Sarraj e Haftar di non intervenire. Il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha affermato ai media che il Palazzo di Vetro monitora attentamente e da vicino l’evolversi della situazione in Libia. A proposito, chiede non solo al GNA e a Bengasi, ma anche a tutti gli attori esterni coinvolti dall’astenersi di intraprendere azioni, che potrebbero solo aggravare la situazione. Infine, si esorta a tornare al tavolo negoziale e a de-escalare la situazione attraverso una tregua. Peraltro, l’Egitto stesso ha ammorbidito la sua posizione, segno forse che è stata trovata l’intesa mediata dagli USA. Il ministro degli Esteri Sameh Shoukry, in un’intervista ad Al-Arabiya, ha spiegato che le parole del presidente Al Sisi sono state interpretate erroneamente e che quella militare è solo l’ultima opzione che Il Cairo adotterebbe per preservare la sicurezza.