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Libia, Russia e Turchia chiedono un cessate il fuoco totale dal 12 gennaio

Russia e Turchia chiedono un cessate il fuoco totale in Libia, a partire dal 12 gennaio
Russia e Turchia chiedono un cessate il fuoco totale in Libia, a partire dal 12 gennaio. E’ quanto emerso dall’incontro a Istanbul tra i presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan. Entrambi hanno ribadito che cercare una soluzione militare alla crisi nel paese africano porterebbe solo ulteriori sofferenze e divisioni tra la popolazione. A proposito hanno anche sottolineato che “Stiamo seguendo con grande preoccupazione gli sviluppi recenti e in particolare l’intensificarsi degli scontri attorno Tripoli” tra le forze del GNA di Fayez Sarraj e l’LNA di Khalifa Haftar. “Il peggioramento della situazione mina la sicurezza e la stabilità non solo del paese, ma anche di quelli vicini, della regione del Mediterraneo e dell’intero continente africano – hanno aggiunto -. Ciò innescando la migrazione irregolare, una ulteriore diffusione di armi, del terrorismo e di altre attività criminali”.
Ankara, intanto, continua però a inviare militari a Tripoli. Le TAF aiuteranno le forze del GNA a proteggere la capitale e a fermare l’offensiva dell’LNA
Intanto, però, le forze militari turche continuano ad arrivare in Libia nell’ambito dell’accordo bilaterale con Ankara. Come anticipato nei giorni scorsi, si tratta di un contingente è misto formato da elementi di tutte e tre le forze armate, molti dei quali con specializzazioni precise. L’obiettivo formale è addestrare i soldati del GNA e sviluppare con esse attorno a Tripoli una cornice di sicurezza per bloccare l’offensiva dell’LNA. Con ogni probabilità, però, le TAF aiuteranno i partner locali anche in ambito offensivo. Non a caso nel primo gruppo già arrivato nella capitale ci sono diversi elementi delle forze speciali e pianificatori esperti. I primi identificheranno i bersagli da colpire e invieranno le loro coordinate alle sale operative. I secondi, invece, prepareranno le difese e studieranno controffensive in tutta la regione.
Il Messaggero: L’UE pensa a un blocco navale per fermare l’arrivo di armi. A proposito, verrebbe rivitalizzata l’Operazione Sophia (Eunavformed)
Anche l’UE, dopo il fallito summit straordinario di Bruxelles, cerca di correre ai ripari per trovare una soluzione alla crisi libica. O almeno per cercare di ridurre l’escalation di violenza tra le forze del GNA e l’LNA. Secondo indiscrezioni, come riporta Il Messaggero, è allo studio l’imposizione di un blocco navale che potrebbe essere gestito dall’Operazione Sophia (Eunavformed), che verrebbe rivitalizzata impiegando nuovamente le navi. Obiettivo: evitare che a Sarraj e ad Haftar arrivino aiuti “esterni” per combattere, quali armi e sistemi. In questo contesto, l’Italia tornerebbe a essere protagonista. Sia in quanto il comandante dell’operazione è l’ammiraglio Enrico Credendino sia perché il quartier generale operativo della forza si trova nel nostro paese (a Roma). Peraltro, se ci fosse un rapido rischiaramento in mare, si eviterebbe anche l’effetto collaterale dell’incremento dei viaggi di migranti, allettati da nuove navi europee presenti nel Mediterraneo. Ciò, grazie alle condizioni metereologiche che contraddistinguono la stagione.
Tra Italia e Libia sembra si sia consumato un incidente diplomatico. Sarraj cancella l’incontro previsto oggi con Conte, dopo aver saputo che il presidente del Consiglio ha avuto un colloquio prima con Haftar. A Bruxelles, invece, ribadisce il diritto all’autodifesa e a fare accordi con chi vuole a riguardo
Nel frattempo, sembra si sia consumato un incidente diplomatico tra Libia e Italia. Oggi a Roma erano previsti incontri bilaterali tra Sarraj, Haftar e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier del GNA, però, lo avrebbe disdetto all’ultimo minuto, facendo ritorno direttamente a Tripoli da Bruxelles dove ha avuto un colloquio con il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. La causa sarebbe legata al fatto che Conte ha visto prima il Generale di lui. Non si sa nemmeno cosa sia emerso dalla bilaterale. Sarraj, invece, a Bruxelles ha ribadito che il suo governo ha pieno diritto di difendersi e di siglare accordi con chi vuole a riguardo.
Giallo su presunto sequestro di Sarraj all’arrivo a Tripoli
Nelle ultime ore c’è stato anche un giallo sul presunto sequestro di Sarraj, appena atterrato all’aeroporto Mitiga di ritorno da Bruxelles. Secondo alcune fonti, vicine ad Haftar, il premier libico sarebbe stato picchiato e prelevato da una milizia. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma poi è stata smentita da funzionari del GNA, i quali hanno confermato che sta bene e non è successo nulla di quanto fatto trapelare. Questi, inoltre, sottolineano come la fake news faccia parte del meccanismo di propaganda messo in piedi dal Generale per pressare su più fronti il nemico.