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Libia, la Turchia: La tregua è condizionata al ritiro di Haftar da Jufra e Sirte

La Turchia: La condizione per la tregua in Libia è chele forze del GNA di Sarraj e l’LNA di Haftar tornino alle posizioni prima del 2015. Il Generale, che deve ritirarsi da Jufra e Sirte, è inaffidabile e non può gestire i negoziati per l’Est. L’attore giusto è la HoR di Tobruk

La fine della crisi in Libia passa dal ritiro di Khalifa Haftar da Sirte e Jufra. Lo ha ribadito la Turchia, confermando che lavorerà insieme alla Russia per un cessate il fuoco sostenibile e per la ripresa del dialogo politico. Si ribadisce quanto già affermato dal GNA di Fayez Sarraj: l’LNA deve tornare alle sue posizioni prima del 2015. Ankara, come ha spiegato il portavoce presidenziale Ibrahim Kalin a Reuters, sottolinea che è una delle condizioni fondamentali per la tregua. “Qualsiasi accordo deve essere basato su un ritorno di come era la Libia nel 2015”, ha affermato lanciando anche un avvertimento al Cairo nel caso decidesse di intraprendere una missione militare nel paese africano: “Sarebbe un’avventura molto pericolosa per l’Egitto”. Secondo Kalin, inoltre, non potrà essere il Generale il negoziatore per l’Est, in quanto ha dimostrato di non essere affidabile, ma la Camera dei Rappresentanti (HoR) di Tobruk.

Intanto, l’UE chiede ai paesi della regione di smettere di incitare la mobilitazione: non solo è pericoloso, ma esacerba il conflitto tra le parti. Il messaggio è diretto all’Egitto

Intanto, l’UE cerca di gettare acqua sul fuoco della crisi in Libia. In particolare, si rivolge agli attori regionali chiedendo loro di smettere di incitare la mobilitazione nel paese africano. Ciò, in quanto le minacce di interventi militari non sono solo pericolose, ma esacerbano anche il conflitto tra Sarraj e Haftar. Invece, li si esorta a sviluppare i contatti internazionali, regionali e locali per incoraggiare le parti a tornare ai negoziati politici. Il messaggio è diretto soprattutto all’Egitto e alla minaccia di agire se le forze del GNA e quelle turche supereranno la “red line” di Sirte e Jufra. Dopo che il Parlamento del Cairo ha approvato una eventuale missione nella nazione, infatti, la tensione è salita alle stelle non solo nell’area geopolitica, ma anche a livello globale. Tanto che paesi come l’Algeria hanno avvertito dei rischi che la Libia possa diventare una nuova Somalia.

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