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Libia, Kannah: I giacimenti di El Feel e Sharara sono in mani sicure

Il capo della regione militare di Sabha: I giacimenti petroliferi di El Feel e Sharara sono in mani sicure. La NOC può riprendere le attività quando vuole

I pozzi petroliferi della Libia sono in mani sicure. Lo ha affermato il generale Ali Kannah, appena arrivato alla guida della zona militare di Sabha dal Consiglio Presidenziale (PC) di Fayez Sarraj. L’alto ufficiale ha sottolineato che le forze di Khalifa Haftar non sono riuscite a conquistare né El Feel né Sharara e che i giacimenti sono adeguatamente protetti. Tanto che la National Oil Corporation (NOC) può riprendere a operare quando vuole. La NOC, dopo l’avvio delle manovre dell’uomo forte della Cirenaica nella regione meridionale del paese africano, aveva fermato le attività denunciando che non c’erano più le condizioni minime di sicurezza, e chiesto l’intervento di Tripoli affinché le ripristinasse. Sarraj aveva quindi nominato Kannah, che ha sconfitto le milizie di Haftar e ripreso pieno controllo delle strutture. Il Generale non ha apprezzato e sta cercando in ogni modo di catturarlo, arrivando anche a imporre un blocco aereo sull’area.

In Libia montano le critiche a UNSMIL per una sua dichiarazione sulle manovre di Haftar a sud, giudicata troppo blanda

Intanto, in tutta la Libia montano le critiche nei confronti di UNSMIL, la missione ONU nel paese africano. La sua “colpa” è non aver criticato in modo diretto e chiaro l’operazione militare di Haftar a sud, il cui obiettivo formale è combattere il terrorismo e la criminalità. Ma che invece si è rivelata essere una campagna di pulizia etnica contro la tribù dei Tabu e un tentativo di acquisire il controllo delle risorse energetiche. In particolare, non è piaciuta la “timidezza” con cui ci si è espressi, a fronte di un’emergenza in corso che rischia di portare il degrado della sicurezza nella regione a tutta la nazione. A Murzuk, infatti, sono ancora in corso scontri violenti e il Generale alza ogni giorno di più il tiro delle sue pretese, come se il Sud fosse suo.

Il testo della dichiarazione della missione ONU in Libia

UNSMIL nella dichiarazione aveva ricordato a tutte le parti “l’obbligo a garantire la protezione dei civili e delle risorse – che appartengono a tutti i libici -. Ciò, evitando di prendere di mira strutture economiche e di mettere a rischio la popolazione con ogni pretesto”. Inoltre, la missione ONU reiterava “la necessità per tutte le parti di rispettare le leggi internazionali umanitarie. In questo contesto – prosegue la dichiarazione -,  bisogna limitare tutte le operazioni militari nel Sud per la lotta al terrorismo e al crimine organizzato. UNSMIL offre i suoi buoni uffici per la mediazione e ricorda a tutti di esercitare contegno e ricorrere al dialogo per risolvere le differenze”.

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