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Libia, i mercenari e i combattenti stranieri lasceranno il paese gradualmente

I mercenari e i combattenti stranieri lasceranno la Libia gradualmente. La Commissione dei 10 a Ghadames stabilisce la demilitarizzazione della prima linea e colloca l’HQ a Sirte

I mercenari e i combattenti stranieri che hanno combattuto al fianco di Fayez Sarraj e Khalifa Haftar lasceranno la Libia gradualmente. Lo ha stabilito la Commissione dei 10, composta da elementi delle forze del GNA e dell’LNA, riunita a Ghadames. A proposito, l’ex Joint Military Commission (JMC) ha stabilito la costituzione di un sub-comitato che sovrintenderà al ritiro di tutte le forze e degli alleati dalla prima linea. E’ il primo passo per l’implementazione del cessate il fuoco permanente nel paese africano. Inoltre, come atto simbolico, è stato deciso di collocare il quartier generale del gruppo congiunto a Sirte. Resta, però, ancora da decidere se ci sarà anche una presenza esterna, nella forma di una missione internazionale, per monitorare il rispetto della tregua. Siccome le parti non hanno trovato un’intesa a riguardo, la questione è stata rimandata al prossimo incontro della Commissione, che si dovrebbe tenere a metà novembre.

Prossimo incontro del gruppo a Brega con focus su petrolio e PFG. Intanto, non ci sono reazioni da Haftar, HoR o internazionali per la revoca delle dimissioni di Sarraj

Il nuovo incontro della Commissione dei 10 si terrà a Brega e sarà dedicato anche alla parte economica. Nell’occasione, infatti, interverranno anche i due capi delle Guardie che vigilano sulle strutture petrolifere (PFG) e il capo della National Oil Corporation (NOC) libica. Obiettivo: studiare un piano di riforma del Corpo, che eviti gli incidenti avvenuti negli scorsi mesi, i quali hanno contribuito al blocco dell’estrazione e dell’export del greggio. In particolare si pensa di creare una compagine con ai vertici figure riconosciute sia dal GNA sia da Bengasi e Tobruk, che garantisca l’indipendenza del comparto rispetto alla politica interna e a eventuali nuove escalation. Curiosamente, inoltre, non ci sono state reazioni da parte di Haftar, della HoR o di qualche paese sulla temporanea revoca delle dimissioni di Sarraj. Segno che sia a livello interno sia internazionale l’eventualità era già nota e digerita.

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