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Libia, i lavori per la Conferenza Nazionale procedono nonostante il caos a Sud

I lavori per la Conferenza Nazionale in Libia, l’Al Multaqa Al Watani, vanno avanti nonostante la crisi della sicurezza a Sud. Sarraj incontra i militari e UNSMIL

I lavori per la Conferenza Nazionale in Libia, l’Al Multaqa Al Watani, vanno avanti. Ciò, nonostante la situazione della sicurezza a Sud stia degenerando e la stessa UNSMIL, la missione ONU nel paese africano, abbia deciso di rimandare l’evento a marzo in quanto a oggi non ci sono le condizioni politiche e di sicurezza, che garantiscano il buon esito dell’evento. Lo confermano una serie di riunioni che il capo del Consiglio Presidenziale (PC), Fayez Sarraj, ha appena presieduto. In primis ha visto i vertici militari. Con loro ha discusso sugli sviluppi nella regione meridionale e su come coordinare al meglio la gestione della sicurezza della Conferenza. Inoltre, Sarraj ha visto Ghassan Salamé, il numero uno di UNSMIL, per capire bene come muoversi alla luce degli incontri che l’alto funzionario ha avuto negli ultimi giorni con tutti gli attori politici. In particolare con gli esponenti legati al generale Khalifa Haftar. 

Haftar non arretra di un passo sulla pulizia etnica verso i Tabu a Sud e minaccia di far saltare la Conferenza se qualcuno cercherà di fermarlo. Intanto sembra che abbia preso il giacimento di Sharara

Uno dei principali motivi che hanno portato la Conferenza Nazionale a slittare, infatti, è proprio l’operazione militare che Haftar ha lanciato a sud recentemente. Questa, il cui obiettivo formale è riportare la sicurezza e combattere il terrorismo e la criminalità, viene invece giudicata come una manovra per scopi diversi. Da una parte acquisire il controllo delle infrastrutture energetiche nella regione meridionale libica. Tanto che secondo fonti locali il Generale avrebbe conquistato poche ore fa il giacimento petrolifero di Sharara, il più grande nella nazione. dall’altra, attuare una pulizia etnica sistematica nei confronti della tribù Tabu. Ciò ha infatti scatenato dure reazioni della popolazione e delle istituzioni a Murzuk. Inoltre, cresce il fronte interno ed esterno di condanna verso l’azione. L’uomo forte della Cirenaica, però, non arretra di un passo. E minaccia di far saltare l’Al Multaqa Al Watani se qualcuno cercherà di fermarlo. 

Il fronte delle critiche contro l’operazione del Generale cresce e arriva a Tobruk. I membri Tabu della HoR si dimettono e chiedono alla comunità internazionale di intervenire per proteggere i civili

Il caso della pulizia etnica di Haftar, peraltro, è arrivato anche alla Camera dei Rappresentanti (HoR) di Tobruk, che finora non si era espressa sulla questione. I parlamentari appartenenti alla tribù si sono dimessi dall’organismo e hanno chiesto alla comunità internazionale di proteggere i civili nel sud della Libia da Haftar. Inoltre, hanno chiesto a UNSMIL di assumere una posizione ufficiale verso quanto sta accadendo ai Tabu. Sulla stessa linea anche Ibrahim Jadhran, già capo delle PFG e acerrimo nemico del Generale. L’uomo, leader di una milizia di cui fanno parte anche membri della tribù, ha accusato le forze dell’uomo forte della Cirenaica di portare avanti una pulizia etnica deliberata, definendo un tradimento contro la nazione la scelta di non prendere posizione contro quanto sta accadendo.

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