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Libia, HSC e HoR ufficializzano l’accordo per la riforma del PC

L’HSC e la HoR in Libia trovano l’intesa finale per la riforma del Consiglio Presidenziale (PC). Sarà formato di 3 membri: il presidente, indicato da Tripoli, e i due vice, da Tobruk. Spuntano già i primi nomi

E’ ufficiale: in Libia l’Alto Consiglio di Stato (HSC) e la Camera dei Rappresentanti (HoR) hanno trovato l’accordo finale per riformare il Consiglio Presidenziale (PC). C’era già l’intesa di massima, ma la HoR doveva ancora formalizzarla. Passaggio che è avvenuto nel corso di una seduta a Tobruk. A seguito di ciò, l’Organismo sarà composto da un capo e da soli due membri. Prima i due Consigli nomineranno il vertice e poi i vice. Sembra che comincino già a circolare possibili nomi dei papabili. Uno dovrebbe essere l’ex ambasciatore all’ONU, Abdelrahman Shalgam, che potrebbe rappresentare il Sud. A lui si aggiunge l’attuale speaker della Camera, Aqila Saleh, per l’Est. Il numero uno, invece, sarebbe una figura indicata da Tripoli, ma gradita anche dalla controparte e da UNSMIL, la missione ONU nella nazione. Di certo c’è comunque, che il PC sarà scollegato e autonomo rispetto al governo nel paese nord africano.

Sarraj, ormai escluso dal nuovo PC, si gioca il tutto e per tutto con il piano di sicurezza per la Grande Tripoli. Non può permettersi di fallire

L’accordo HSC-HoR sul nuovo assetto del PC in Libia non giunge inaspettato. Era solo questione di tempo prima che due organismi trovassero la quadra definitiva. Lo sa bene anche Fayez Sarraj, attuale premier del GNA e a capo del Consiglio Presidenziale, il quale ha cercato di allontanare invano la riforma con due rimpasti di governo. Il primo andato a buon fine e il secondo ancora in itinere. Sarraj sa che non rimarrà alla guida del Consiglio e quindi lavora affinché si concretizzi il “piano B”. Cioè quello di essere nominato al vertice del nuovo esercito nazionale del paese africano. La sua partita si gioca sul piano per la sicurezza della Grande Tripoli. Se funzionerà, le chances aumenteranno. Ma se fallirà, diminuiranno drasticamente. Soprattutto, in quanto l’avversario – il generale Khalifa Haftar – sta, invece, dando segnali concreti su questo tema con l’operazione Murzuq Basin a sud contro terrorismo e criminali.

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