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Libia, Haftar offre bonus in denaro per pompare i reclutamenti nell’LNA

Haftar istituisce bonus economici per chi si arruola nell’LNA contro Sarraj. Il Generale guarda soprattutto ai giovani, da schierare nelle postazioni fisse, liberando risorse da inviare alla prima linea a Tripoli

L’ultima trovata di Khalifa Haftar per cercare di reclutare combattenti nell’LNA è offrire premi in denaro a chi si arruola. Il Generale ha emesso un decreto in cui si offre un’indennità economica a chi parteciperà alla campagna nell’ovest della Libia. Il “super-minimo” verrà però garantito solo durante il tempo in cui faranno parte dell’esercito. Il provvedimento conferma che l’uomo forte della Cirenaica è in crisi e ha sempre meno uomini a disposizione per combattere contro le forze di Fayez Sarraj. Prima ha lanciato una campagna di coscrizione a Bengasi e nell’Est. Poi, si è rivolto a mercenari stranieri. Entrambe le iniziative, però, non hanno portato i risultati sperati e i fondi continuano a diminuire. Di conseguenza, ha cambiato strategia introducendo i premi economici per strizzare l’occhio soprattutto verso i giovani. Questi probabilmente saranno schierati nelle postazioni fisse, liberando risorse da inviare contro il GNA in prima linea a Tripoli.

Intanto, si appresta a riaprire l’aeroporto di Mitiga e UNSMIL avrà una sua presenza all’interno per garantire che lo scalo non è usato dal GNA per scopi militari, ma è solo civile

Intanto a Tripoli si appresta a riaprire l’aeroporto di Mitiga, nonostante i continui raid di Haftar sulla capitale libica. I vertici dello scalo hanno fatto sapere che la struttura riprenderà la sua operatività, seppur gradualmente. Inoltre, hanno annunciato di aver chiesto a UNSMIL, la missione ONU nel paese africano, di adoperarsi con la comunità internazionale affinché siano intraprendere alcune misure di sicurezza per proteggerlo dagli attacchi dell’LNA. “L’aeroporto è esclusivamente civile”, hanno sottolineato. E, come ha confermato anche UNSMIL dopo un’ispezione, non c’è nulla che possa essere usato per scopi militari da Sarraj o dal GNA. Quindi, “nessuna parte può prenderlo di mira come un bersaglio militare”, ha affermato Ghassan Salamé, a capo della missione delle Nazioni Unite. Tanto che questa avrà all’interno una sua presenza, come garanzia aggiuntiva. Perciò, se ci saranno bombardamenti, verranno considerati crimini di guerra.

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