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Libia, grande attesa per il secondo round di colloqui HCS-HoR a Bouznika

C’è grande attesa per il secondo round di colloqui HCS-HoR sulla Libia a Bouznika. Dai negoziati dovrebbero uscire diversi accordi: dall’unificazione delle istituzioni al futuro di Sirte e Jufra, contese da Sarraj-Haftar

C’è grande attesa per il secondo round dei colloqui informali sulla Libia a Bouznika tra rappresentanti dell’Alto Consiglio di Stato (HCS) di Tripoli e della Camera dei Rappresentanti (HoR) di Tobruk, che ricominciano oggi. Ciò, in quanto al termine, le due parti dovrebbero arrivare a un accordo, in particolare sul processo di riunificazione delle istituzioni nazionali, oggi divise tra Est e Ovest. Inoltre, ci potrebbero essere intese sulla sicurezza e il versante militare legati a Sirte e Jufra, ancora contese da Fayez Sarraj e Khalifa Haftar, nonché dai rispettivi alleati Turchia e Russia. Infine, in Marocco dovrebbe essere raggiunta una posizione comune sull’agenda per arrivare ai prossimi negoziati di Ginevra, previsti a ottobre. Ad avvantaggiare il dialogo, peraltro, ci sono anche le dimissioni annunciate di Sarraj dal GNA. Il premier, infatti, dovrebbe lasciare proprio al termine dell’appuntamento in Svizzera, anche se manterrà il potere fino alla nomina del nuovo Consiglio Presidenziale.

Intanto decolla l’output di petrolio e si spera che ciò contribuisca a risolvere i continui blackout elettrici, motivo principale delle proteste ancora in corso nel paese

Intanto, la produzione ed export di petrolio in Libia sono riprese a pieno ritmo. L’output di greggio, dopo che Haftar ha liberato i giacimenti e i terminal e che la National Oil Corporation (NOC) ha tolto le “cause di forza maggiore”, è balzato da meno di 100.000 barili al giorno a circa 250.000. Al momento sono operative le strutture di Hariga, Brega e Zueitina, a cui presto potrebbero aggiungersene altre. Rimangono, però, ancora chiusi gli olifield più grandi, nonostante le richieste di Sarraj e del GNA. Le proteste, legate soprattutto ai continui blackout elettrici, però, non si calmano. Continuano le manifestazioni a Est e Ovest, seppure con minor partecipazione. La speranza, infatti, è che con la ripresa del mercato del petrolio la situazione possa. Tanto che Tripoli sta dialogando con i paesi vicini per comprare energia fino a che le centrali non saranno in grado di soddisfare appieno la domanda.

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