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Libia, braccio di ferro tra la NOC e Haftar sul giacimento di Sharara

La NOC risponde agli uomini del generale che chiedevano di riaprire le infrastrutture petrolifere presso il giacimento di Sharara: Non lo faremo, ci sono ancora gruppi armati in zona e manca la sicurezza per i lavoratori

Braccio di ferro in corso tra la National Oil Corporation (NOC) libica e le forze del generale Khalifa sul giacimento petrolifero di Sharara, il più grande del paese africano e attualmente sotto controllo delle milizie alleate del Generale. Queste hanno chiesto più volte la ripresa delle attività, bloccate nei mesi scorsi dalla compagnia per cause di forza maggiore. E cioè mancanza di sicurezza. La NOC però ha risposto che la situazione non è mutata e quindi per il momento le strutture rimarranno ferme. Lo ha fatto in un video, in cui si sottolinea che nella zona ci sono ancora gruppi civili armati, con militari tra loro, e carenza di sicurezza. La condizione necessaria per riavviare gli impianti è, quindi, che le milizie lascino l’area e i dipendenti siano protetti. Fino ad allora tutto rimarrà chiuso.

Haftar si rifiuta di incontrare Sarraj: E’ debole, non ha nulla da offrire ed è influenzato dalla Fratellanza Musulmana. Il premier spera nell’intervento di un partner forte che blocchi l’offensiva del generale a Sud

Nel frattempo, si complica il lavoro di Fayez Sarraj per ricomporre la crisi in Libia e bloccare l’offensiva economica di Haftar a sud. Fonti vicine al Generale fanno sapere che questo non ha alcuna intenzione di incontrarlo. Ciò, in quanto il premier “è debole, non controlla la situazione a Tripoli e non ha nulla da offrire”. Inoltre, si teme sia influenzato da “gruppi come la Fratellanza Musulmana”, a seguito del fatto che ha nominato il suo leader, Mustafa Al-Mana, come membro del consiglio di amministrazione della Libyan Investment Authority (LIA). Alcuni media, invece, ipotizzavano che i due leader si sarebbero visti prossimamente ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti (UAE), alla presenza del capo di UNSMIL, la missione ONU nella nazione, Ghassan Salamé. Perciò, per il premier l’unica chance adesso è che qualche partner forte si muova per fermare Haftar. Intanto, le sue forze continuano ad avanzare a sud.

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