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Libia, a sud di Tripoli continua lo stallo. Haftar quanto potrà ancora resistere?

Ancora stallo a sud di Tripoli. L’LNA di Khalifa Haftar non riesce a penetrare le difese del GNA. Il Generale effettua nuovi bombardamenti e le truppe di Fayez Sarraj rispondono attaccando Qasr Ben Ghasir

Khalifa Haftar, non riuscendo a penetrare le difese delle forze del GNA a sud si Tripoli, ha lanciato una serie di violenti raid aerei sulla capitale della Libia. Nelle scorse ore ci sono stati bombardamenti sull’area residenziale di Salah Eddin, ad Ain Zara, nel distretto di Swani e all’ospedale Nafis. In risposta le truppe di Fayez Sarraj hanno attaccato l’LNA a Qasr Ben Ghasir, obbligandole a indietreggiare. La situazione sul terreno, comunque, continua a essere in stallo. Nessuna delle due parti riesce a ottenere successi sostanziali contro l’altra, nonostante gli arrivi di nuove armi e mezzi. Il Generale continua a fare affidamento soprattutto sulle milizie, mentre il capo del GNA punta sull’aiuto dei partner internazionali in fase di pianificazione delle risposte e dei contrattacchi. Soprattutto per conquistare al più presto l’aeroporto internazionale di Mitiga, strategico nell’ambito della superiorità aerea.

Quanto potrà resistere ancora Haftar in questa situazione di stallo? Ha risorse limitate, nonché partner e milizie alleate sono sempre più nervosi

A causa dello stallo a sud di Tripoli si rischia, quindi, una guerra civile “di posizione”, che progressivamente potrebbe estendersi ad altre zone della Libia. Ma Haftar fino a quando potrà resistere in una situazione di questo tipo? Ha risorse limitate e gli alleati stranieri, sempre più nervosi, minacciano di scaricarlo e di tagliarli i “viveri”. Discorso analogo per le milizie, che vedono allontanarsi le promesse fatte dal Generale. Queste da un momento all’altro potrebbero abbandonarlo, se non ritenessero più conveniente combattere al suo fianco. In quel caso per l’uomo forte della Cirenaica la campagna contro Sarraj sarebbe finita. Lui è il primo a saperlo, tanto che ha dato ordine perentorio all’LNA di combattere senza sosta. Il risultato, però, è che le truppe sono stanche e in molti ricorrono a droghe per non crollare. Ciò si riflette sull’offensiva, scomposta e male coordinata, che non ottiene risultati.

Gli Stati Uniti entrano nella partita sulla Libia. Pompeo parla col suo omologo egiziano, Shoukry, per sbloccare la situazione

La comunità internazionale teme che Haftar, pressato dagli alleati e dalla sconfitta in vista, possa compiere gesti inconsulti e causare un bagno di sangue in Libia. Paesi come gli Stati Uniti, che finora non erano entrati nella partita, cominciano a muoversi direttamente per sbloccare la situazione prima che sia troppo tardi. Il segretario di Stato USA, Mike Pompeo, ha avuto una conversazione telefonica con Sameh Shoukry, suo omologo egiziano. Nel corso del colloquio, le parti hanno ribadito l’urgenza di prevenire una ulteriore escalation in Libia e di trovare una soluzione politica alla crisi. Il paese nord africano ha una forte leva sul Generale e un suo intervento per la tregua non potrebbe essere ignorato così facilmente dall’uomo forte della Cirenaica. Soprattutto dopo che quest’ultimo recentemente ha perso l’appoggio della Francia, la quale ha ribadito pieno sostegno a Sarraj e ha chiesto il cessate il fuoco incondizionato.

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