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Libia, a Serraj sono rimaste le ultime 2 carte: la Russia e la Nato

Cresce il sostegno nazionale alla minaccia più pericolosa: quella dell’LNG

La Russia è l’ultima chance del premier libico, Feyez al-Serray, per cercare di sopravvivere. Nel suo imminente viaggio a Mosca, il capo del Governo di Unità Nazionale (GNA), dovrà giocarsi il tutto e per tutto per cercare di convincere il governo sulla bontà del suo piano di mini-esecutivo. L’obiettivo è far sì che poi la Russia eserciti pressioni sul comandante dell’operazione Dignity, il generale Khalifa Haftar, affinché lo accetti. Per il GNA e per Serraj in particolare, infatti, non c’è più tempo. Nel paese sta crescendo il sostegno alla neocostituita Guardia Nazionale Libica (LNG). Questa fa capo all’ex premier del GNA Khalifa Ghwell, autore di un tentato colpo di stato. L’alto Consiglio dei notabili e anziani (Elders) ha recentemente espresso ufficialmente sostegno alla nuova forza.

L’LNG cerca di diventare il terzo elemento chiave nel paese

Questo endorsement è un segnale estremamente indicativo, soprattutto in quando  l’High Council of Libyan Notables and Elders è molto forte soprattutto nella zona ovest della Libia. A seguito di ciò, il cammino della LNG per diventare il terzo elemento forte nel paese si è accelerato. Anche grazie ad alcune parole del Consiglio, che invitano tutti i gruppi armati a entrare nella compagine. Questa raccoglie già diverse formazioni, che provengono soprattutto da Misurata. La sua pericolosità, poi, è amplificata anche dal fatto che la Guardia Nazionale Libica non riconosce né il Governo di Unità Nazionale né Haftar. Di conseguenza, si pone come elemento di contrapposizione a entrambi gli schieramenti.

Haftar ha rifiutato il piano, ma la Russia può fargli cambiare idea

Serraj ha incontrato Haftar al Cairo nei giorni scorsi, prospettandogli il piano: innanzitutto la nascita di un Consiglio militare unificato, che sarà comandato dal generale in collaborazione con i vertici militari dell’intero paese. Parallelamente, verrebbe dichiarato un cessate il fuoco su tutti i fronti. Una volta che questo si sarà concretizzato, tutte le fazioni saranno incoraggiate a partecipare ad elezioni parlamentari al fine di costituire il mini-governo.  Ciò aprirà la porta per una nuova fase di transizione, che sarà inclusiva e velocizzerà il lavoro dell’Assemblea per la compilazione della Costituzione. Il problema, però, è che Haftar in Egitto ha rigettato la proposta al mittente, in quanto non lo convinceva. Se, però, entreranno in gioco i russi la situazione potrebbe invertirsi. Soprattutto a seguito del fatto che l’LNG non è nemico solo del GNA, ma anche della sua forza. Perciò, è necessario sconfiggerlo sul nascere, prima che diventi troppo forte.

Serraj chiede alla Nato di addestrare e sviluppare le forze di sicurezza libiche

Nel frattempo, come arma di riserva, Serraj ha chiesto l’intervento della Nato. Lo riporta Islam Media Analysis. Lo ha fatto in modo formale con l’obiettivo dichiarato di addestrare e sviluppare le forze armate della Libia. Da Bruxelles, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ha dichiarato in conferenza stampa che “la richiesta è arrivata ieri. Abbiamo appena cominciato a valutare quale supporto potremo offrire”. Di fatto, per il premier del GNA la presenza dei militari internazionali sul suolo libico sarebbe strategica. Avrebbe, cioè un effetto di deterrenza nei confronti di tentativi di colpi di stato. In questo modo, inoltre, gli garantirebbe più tempo per studiare nuove soluzioni o trovare accordi con Haftar e le tribù ostili.

La notizia di Islam Media Analysis sulla richiesta di Serraj alla Nato

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