I ricercatori di cybersecurity di AhnLab: Il malware viene scaricato ed eseguito da un file WSF all’interno di un file compresso, veicolato tramite url nelle email di phishing.
L’Europa scalza gli Usa e diventa la patria del cybercrime

I paesi europei più attivi nel cybercrime sono Italia, Francia, Germania e UK
La patria degli attacchi informatici del cybercrime non sono più gli Stati Uniti, ma l’Europa. Lo rivela il Cybercrime Report di ThreatMetrix, legato al primo trimestre del 2017. Nel documento si rileva che dal Vecchio Continente sono arrivati oltre 50 milioni di cyber attacchi. Il doppio del volume giunto dagli Usa. I paesi più “attivi” sono Italia, Francia, Germania e Regno Unito, con gli ultimi due che si contendono il primo posto. I bersagli, invece, sono soprattutto la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Entrambi, infatti, figurano nella lista delle prime 5 destinazioni che gli hacker delle singole nazioni prendono di mira. Li seguono l’Irlanda e l’Austria.
Perché l’Europa è diventata la culla del cybercrime
Secondo gli esperti informatici la motivazione è abbastanza semplice. In Europa, grazie al Trattato di Schengen c’è la libera circolazione di persone e merci. Di conseguenza, gli hacker del cybercrime possono spostarsi senza problemi all’interno dell’UE e aprire conti correnti esteri o fare operazioni bancarie. Ciò a differenza degli Usa dove ci sono regole più stringenti. Inoltre, è stato rilevato che i grossi network criminali europei si stanno spostando verso reati informatici. Molto redditizi e poco rischiosi rispetto alle attività tradizionali. A questo si aggiunge che c’è un aumento dell’uso di internet per operazioni finanziarie e acquisti online nel Blocco e che molte multinazionali hanno stabilito il quartier generale in Irlanda per convenienza fiscale. Infine, si è scoperto che gli hacker europei non si fanno scrupolo di attaccare obiettivi nelle loro nazioni. L’unica voce fuori dal coro è l’Italia, che non figura nella lista “top five” dei propri criminali informatici.
In generale ci sono stati 130 milioni di cyber attacchi legati a frodi. Il 23% in più rispetto allo stesso periodo del 2016
Nel Cybercrime Report, infatti, i ricercatori di ThreatMetrix hanno rilevato in termini generali che nel primo trimestre del 2017 ci sono stati complessivamente 130 milioni di cyber attacchi, legati a frodi informatiche. Circa il 23% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Peraltro, c’è anche una crescita importante, il 50%, dei cybercrime legati al numero delle transazioni. Ciò grazie a nuove strategie e tecniche di aggressione (TTP), come la creazione di account falsi usando identità rubate e l’uso di credenziali di pagamento sottratte illegalmente. I dati, comunque, non sorprendono gli analisti. Questi aumentano al pari del tasso di crescita delle transazioni sul web, come pagamenti online o tramite mobile.
Il Cybercrime Report integrale di ThreatMetrix sul primo trimestre del 2017 (file PDF)