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La Siria riceve i primi S-300 dalla Russia, che però non fermeranno Israele

Arrivati in queste ore alla base aerea di Hmaimim i primi S-300 russi per la Siria. Non ci sono conferme, ma dovrebbero essere le versioni PM1, PM2 o VM
In queste ore sono arrivati in Siria i primi S300- russi, che dovranno proteggere il paese da ulteriori attacchi aerei israeliani. Ma non ci riusciranno. Secondo diverse fonti locali, i sistemi missilistici terra-aria sono arrivati alla base di Hmeimim, in provincia di Latakia, a bordo di un aereo An-124-100 cargo dell’Aeronautica Militare di Mosca. Il velivolo sembra sia stato scortato da 10 caccia Su-30/35 per evitare possibili sorprese. Non ci sono conferme, ma gli S300 dovrebbero essere quelli della versione PMU2 Favourite (nome in codice NATO Sa-20 Gargoyle), oppure VM (Sa-23 Gladiator). Questi sono in grado di colpire un bersaglio fino a circa 250 chilometri di distanza. Verranno schierati intorno a Damasco e in altre aree strategiche con l’obiettivo di scongiurare possibili nuovi raid stranieri. In particolare quelli dello Stato ebraico, che da qualche tempo ha preso di mira installazioni militari e depositi legati all’Iran, ma non solo.
I sistemi, però, non sono in grado di combattere efficacemente contro i raid di Israele. I piloti sono già addestrati a fronteggiarli grazie a Grecia e Iran. Nemmeno i Bavar 337 potranno farlo
I nuovi S-300 russi consegnati alla Siria non potranno fermare eventuali azioni aeree da parte di Israele. Ciò per un motivo specifico: i piloti dello Stato ebraico sono già addestrati a neutralizzare la loro minaccia. Si sono esercitati usando i sistemi missilistici comprati dalla Grecia a Mosca, i PMU1, conclusa la crisi con Cipro tra il 1997 e il 1998. Inoltre, hanno imparato ad affrontare le loro versioni più evolute (i PMU2), appena l’Iran li ha acquisiti e ricevuti dalla Russia. Peraltro, sono pronti a contrastare anche i Bavar 373 (dal nome del profeta Maometto nella numerazione abjad) della repubblica islamica. Teheran li sviluppò durante l’embargo sulla vendita di armi, tolto nel 2015. La prova del nove, comunque, si avrà al prossimo raid “misterioso”. Con ogni probabilità, le milizie sciite nel paese mediorientale riprenderanno a trasferire e ad ammassare missili, sentendosi al sicuro grazie agli S-300. Ma le risposte non tarderanno ad arrivare