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Kosovo, i manifestanti a Zvecan attaccano la KFOR

I manifestanti a Zvecan attaccano la KFOR. Feriti 34 militari della NATO in Kosovo, tra cui 14 italiani. La tensione tra serbi e albanesi rimane alle stelle
Sono 14 i militari italiani rimasti feriti in Kosovo a seguito delle proteste a Zvecan il 29 maggio. Sono soldati del 9° Reggimento Alpini, inquadrati nella KFOR, che hanno riportato diverse tipologie di lesioni, ma nessuno di loro versa in pericolo di vita. Nei giorni successivi alle elezioni municipali del 26 aprile, che hanno portato alla nomina di sindaci di origine albanese a Mitrovica Nord, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, la popolazione serba locale ha dato il via una serie di manifestazioni per impedirne l’insediamento. La forza NATO è intervenuta cper interporsi tra la popolazione serbo kosovara e la Kosovo Police, schierata per tutelare i primi cittadini, ma il pomeriggio del 29 maggio le proteste a Zvecan sono diventate violente e ci sono stati lanci di molotov con all’interno chiodi, petardi e pietre, che hanno causato tra i militari della KFOR in tutto 34 feriti (oltre ai soldati italiani ci sono quelli ungheresi e moldavi). La situazione, peraltro, rimane molto tesa e non si escludono nuovi episodi di violenza.
Si rischia un’ulteriore escalation di violenza, alimentata dalle campagne di disinformazione e propaganda russe
In Kosovo dalla fine del 2022 si registrano tensioni crescenti tra l’ala serba e quella albanese della popolazione. Le autorità del Paese balcanico hanno accusato a più riprese la Russia di essere la regista dietro all’escalation di violenza. In particolare, Mosca starebbe aiutando Belgrado a destabilizzare la Nazione vicina, sfruttando la leva della disinformazione e della propaganda nei confronti della minoranza che vive nel quadrante Nord. Già da dicembre dell’anno scorso, infatti, si sono registrati degli episodi anomali, che hanno visto i serbi-kosovari erigere barricate all’interno di Mitrovica, mentre fino a quel momento queste venivano collocate solo sulle strade che portavano al confine tra i due Stati. La Russia, come di consueto, ha risposto contro-accusando gli Stati Uniti e l’UE di alimentare le tensioni. Inoltre, ha condannato Pristina per aver messo l’esercito in stato di allerta a causa dell’escalation.