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Kosovo, arriva Miss Sarajevo: docu-film sull’impegno delle Forze Armate “di pace” italiane

Miss Sarajevo è il primo di una serie di docu-film che racconteranno il lavoro delle Forze Armate “di pace” italiane nel mondo. Militari e civili. L’impegno del Sistema Paese a sostegno dei più deboli nel mondo

Si chiama Miss Sarajevo ed è il primo di una serie di docu-film che racconteranno il lavoro delle Forze Armate “di pace” italiane nel mondo. Militari e civili. Il “Sistema Paese” che si è attivato per fornire sostegno concreto alle popolazioni disagiate ottenendo risultati incredibili.  Si comincia dal Kosovo con quello che non è solo una testimonianza per documentare ciò che l’Italia ha fatto e le sfide che sta ancora affrontando al fianco di popolazioni e istituzioni, ma un racconto affettuoso e sincero che coinvolge molti attori.

Il docu-film è diviso in 2 parti: la prima dedicata al ventesimo anniversario del Music Center (Musiki Center) di Mostar; la seconda a Pristina, dove la presenza dell’Esercito Italiano e dei Carabinieri ormai da più di vent’anni, garantiscono la pace non solo nella regione ma in tutti i Balcani

Il docu-film è diviso in due parti, la prima racconta la festa del ventesimo anniversario del Music Center (Musiki Center) di Mostar. Un centro voluto da Luciano Pavarotti e aperto ai bambini di tutte le etnie, a ogni forma di handicap. Le immagini di Nicoletta Mantovani insieme ai tre cantanti della ‘squadra’ vicina alla Fondazione Pavarotti, alle bambine in azzurro con le magliette che portano la scritta “Pavarotti” e che hanno dedicato a Nicoletta e al Maestro la canzone “Marina, Marina, Marina”, testimoniano come anche la musica possa contribuire alla riconciliazione tra i popoli. La seconda è dedicata a Pristina, capitale del Kosovo, dove la presenza dell’Esercito Italiano e dei Carabinieri ormai da più di vent’anni, sia in qualità del Governo della K For (da 5 anni governata dall’Italia) sia dalle forze di sicurezza, garantiscono la pace non solo nella regione ma in tutti i Balcani.

L’Italia al Kosovo piace. Che siano le nostre forze armate o i cooperanti. Lo confermano le testimonianze di apprezzamento da parte di tutti

L’Italia al Kosovo piace, che siano le nostre forze armate o i cooperanti.Esempio straordinario, la prima casa famiglia del paese, fondata da un volontario umbro (ex Caritas) che accoglie bambini “spezzati” (gli ultimi tra gli ultimi), e che sta costruendo il sistema sociale e di welfare nella giovane repubblica. Poi c’è la storia del monastero di Decani (la Cappella Sistina dei Balcani), una delle meraviglie mondiali, salvata solo grazie ai soldati italiani; i giovani blogger di Kosovo2.0; la storia di Bekim Blakaj, che raccoglie in una “enciclopedia” dati e riferimenti di tutti i caduti di tutte le etnie, per arrivare a costruire un’operazione di perdono collettivo. Testimoniato anche Goran Bregovic, il musicista e compositore nato in Bosnia, Miss Sarajevo vuole essere un piccolo, iniziale ringraziamento al lavoro delle istituzioni italiane nel mondo. Un prezioso contributo giunge anche da Behgjet Pacolli, vice premier e ministro degli Esteri del Kosovo.

Breve storia del Musiki Center

Il Musiki Center di Mostar è l’unica struttura che unisce, insieme al Ponte Vecchio (Stari Most), croati e serbi bosniaci. Questi sono divisi da novembre 1993 quando l’artiglieria del Generale Slobodan Pralijak distrusse la struttura e da allora tutti i servizi nella città sono “doppi”: dalle poste all’educazione. E’, infatti, quello che gli albanesi definiscono Vakef, piccolo tempio, un luogo dove tutti possono vivere e fare musica insieme. Tutto parte quando Inela Nogic, miss Sarajevo 1993, lanciò un appello al mondo: “Non lasciate che ci uccidano!”. La forza della musica, il potere dello spettacolo globale, fecero sì che nel 1995 Luciano Pavarotti, gli U2 e tanti cantanti italiani, in occasione di due edizioni del “Pavarotti and Friends”, la canzone Miss Sarajevo, scritta da Bono, la popolarità di Lady Diana che sposò la causa, raccolsero oltre 3 milioni di euro e costruissero il centro. Inaugurato il 21 dicembre di vent’anni fa.

Il progetto, gli autori e la crew

L’autrice della trasmissione è Paola Severini Melograni, la regia è di Federico Rizzo, le riprese in esterna sono di Emanuele Lucci; le immagini di repertorio utilizzate sono degli archivi Rai e archivi privati. L’elaborazione redazionale è curata da Nicoletta Di Benedetto, l’organizzazione da Andrea Battilana, la segreteria di redazione da Ilenia Farinelli; le musiche sono del Maestro Federico Capranica, la post-produzione di Etabeta a cura di Claudio Fratticci. Partner del progetto, le Grandi Officine di Torino. La trasmissione avrà la durata di 50 minuti compresa la sigla.

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