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Isis tenta ultima mossa per prendere tempo a Mosul: apre le carceri

Primo “gesto di umanità” Isis. Probabile sia per proteggersi in caso di una ipotetica latitanza nel paese
Isis prova un ultimo tentativo per cercare di prendere tempo a Mosul. Miliziani Daesh hanno liberato i prigionieri detenuti nelle carceri nei territori ancora sotto il loro controllo. L’obiettivo è duplice: da una parte far sì che almeno una parte di loro decida di combattere per lo dello Stato Islamico, incrementando le fila di una forza ormai allo stremo. Dall’altra, mostrare – per la prima volta – un segno di umanità nei confronti dei civili. Ciò per sperare di ottenere qualche tipo di sostegno da parte della popolazione locale. Non solo nella battaglia per il controllo della città. Ma anche in futuro, quando i jihadisti superstiti – soprattutto quelli locali – saranno costretti a nascondersi e a cercare rifugio nelle zone da cui provengono.
Nelle carceri Isis ci sono civili, jihadisti e soldati iracheni. Arrestati per qualsiasi motivo
Nelle carceri Isis di Mosul e di tutti i territori controllati erano finiti in molti. Si parla di migliaia di persone. Peraltro, per i motivi più diversi. Da quelli che erano stati sorpresi a fumare a coloro scoperti in possesso di un telefono cellulare. Passando anche per i civili “colpevoli” di vedere in tv trasmissioni occidentali. Soprattutto i giovani. È stato emblematico l’arresto qualche anno fa, avvenuto in un bar, di decine di persone, che stavano assistendo a una partita di calcio. I miliziani Daesh fecero un rastrellamento e incarcerarono tutti. Non è chiaro, invece, se saranno rilasciati anche i soldati iracheni fatti prigionieri in questi anni.
La mossa potrebbe rivelarsi un boomerang per Isis
L’apertura delle carceri, però, potrebbe rivelarsi controproducente per Isis. Daesh, infatti, perderà numerosi possibili ostaggi. Inoltre, si creerà nuovi nemici. Tutti gli ex detenuti in cerca di vendetta, che non esiteranno a imbracciare le armi contro lo Stato Islamico o ad aiutare le forze irachene, fornendo loro informazioni preziose sui jihadisti nella città. È praticamente impossibile, infatti, che qualcuno decida di combattere per i miliziani. Compresi i loro stessi compagni, imprigionati per i medesimi motivi dei civili. Questi, nella migliore dell’ipotesi cercheranno di fuggire alla prima occasione. Nella peggiore vorranno vendetta e attaccheranno gli altri fondamentalisti.