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Isis ha messo da parte al-Baghdadi? L’ipotesi circola in Iraq e Siria

Il Comitato dei negoziati comanda Isis

Abu Bakr al Baghdadi, storico fondatore e leader di Isis potrebbe non essere più alla guida della formazione. È una voce che comincia a circolare in Iraq e Siria, a seguito del fatto che ormai è molto tempo che il Califfo del Daesh non appare in pubblico. Sembra che al suo posto sia stato nominato un consiglio di 12 comandanti, che opera in Siria e il cui nome è “Comitato dei negoziati”. Al-Baghdadi, invece, è relegato al ruolo di uomo immagine. Comunque, a differenza di quanto apparso sui media recentemente, sarebbe ancora vivo. Di fatto, i vertici dello Stato Islamico lo avrebbero “congelato”, in quanto la sua assenza ha portato al crollo della formazione in entrambi i paesi.

Al-Baghdadi potrebbe essere stato destituito ufficiosamente grazie al Codice di comando Isis

Anche se si tratta di un’ipotesi, questa non è molto remota. Il Codice di comando Isis permette di revocare i poteri di guida a un leader in caso non siano certe le sue capacità o dove sia. Sul primo versante, è lampante la disfatta che Daesh sta subendo in Iraq, soprattutto nella provincia di Niniveh, e in Siria a Raqqa. Sul secondo, non si sa dove sia al-Baghdadi. Qualcuno ritiene si nasconda nella zona di Deir ez-Zor. Altri nel deserto iracheno, nella provincia di Anbar. Realmente, però, nessuno sa con certezza dove sia il Califfo e soprattutto se effettivamente sia ancora vivo. Le uniche tracce, infatti, sono i messaggi che regolarmente pervengono allo Stato Islamico in suo nome. Si tratta, comunque, di circolari fotocopiate con la firma dell’Emiro. Perciò nulla di certo.

La sua scomparsa dai radar ha portato al crollo di Isis: dalle fughe di massa alle guerre intestine

Peraltro, già tempo fa c’erano state all’interno di Isis guerre intestine tra lealisti di al-Baghdadi e fazioni di defezionisti. Sia in Iraq a Mosul e Tal Afar sia in Siria, nell’area di Raqqa. Alcune di queste sono sfociate in purghe o duri scontri armati. Soprattutto con il procedere delle offensive nemiche, che facevano sentire ai miliziani Daesh ancora di più la mancanza di una vera leadership sul campo. Questo fattore è stato anche una delle cause principali delle fughe di massa nello Stato Islamico, che – unite alle sconfitte costanti – stanno portando al crollo della formazione.

 

 

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