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Isis colpisce per la prima volta in India e guarda sempre più all’Asia

L’Asia è un terreno fertile per Isis, vi provengono molti foreign fighters
L’attentato a un treno in India, il primo di Isis nel paese, è un segnale molto chiaro: Daesh punta all’Asia. Le costanti sconfitte in Nord Africa e Medio Oriente hanno obbligato lo Stato Islamico a guardare altrove per sperare di sopravvivere. Prima ha istituito una presenza stabile nelle Filippine, cerando una provincia del Califfato dopo aver inglobato i terroristi di Abu Sayyaf (ASG). Poi ha cominciato a estendere la sua influenza in altri stati della regione: Indonesia, Bangladesh e Malesia, tra i primi contributori di foreign fighters. L’attacco al treno vicino a Kalapipal Mandi, come riporta Islam media Analysis, è un ulteriore conferma che la formazione guardi sempre più all’area. Ciò, in quanto il terreno è più fertile non solo per le operazioni. Ma anche per reclutamenti e diffusione della propaganda. Soprattutto online. A esclusione dell’India, infatti, i paesi dell’area sono tra gli ultimi in termini di cybersecurity.
Isis dovrà combattere anche con un altro nemico nell’area: al Qaeda
Isis, di contro, dovrà confrontarsi con un nemico ben radicato nel territorio: al Qaeda, tradizionalmente attivo nella regione asiatica grazie alla Jemaah Islamiyyah (JI). Questa, però, sta soffrendo di pesanti e numerose defezioni da parte di suoi membri a favore del Daesh. L’emorragia di combattenti si è aggravata quasi da subito a seguito della fuoriuscita di Abu Bakar Bashir, leader spirituale e co-fondatore di JI, per unirsi allo Stato Islamico. I suoi due figli non hanno voluto seguire la strada paterna e insieme ad altri hanno formato il proprio gruppo: la Jemaah Ansharusy Syariah, che oggi conterebbe secondo il Jakarta Post su oltre il 50 per cento dei vecchi seguaci di Bashir. Invece, hanno scelto di unirsi a Isis i jihadisti del Mujahideen Indonesion Timor (MIT) e il loro capo, Abu Warda Santoso. Il terrorista è stato inserito nella lista dei terroristi globali dagli Stati Uniti.
Il piano di espansione in Asia è teso a creare un network del terrore sotto un’unica bandiera
Ciò che si evince, anche dai recenti proclami, è che i vertici Isis abbiano ordinato ai loro seguaci di colpire in patria. Proprio come hanno fatto con i foreign fighters che rientrano in Europa e in Occidente. Parallelamente, continueranno i reclutamenti attraverso tutti i canali. Ciò al fine di costituire una serie di cellule terroristiche. Queste si occuperanno di pianificare e di condurre attentati contro bersagli prestabiliti. L’obiettivo iniziale dei capi Daesh è aumentare il peso nell’area a scapito dei gruppi concorrenti. A lungo termine, invece, si punta a esportare il “modello” dello Stato Islamico, cercando di creare un network del terrore come fece al Qaeda a suo tempo. Composto da formazioni, slegate tra loro, che però compiono azioni sotto un’unica bandiera. Di conseguenza, è probabile che l’attentato in India sia stata una specie di prova e che nel prossimo futuro i jihadisti cercheranno di compiere attacchi su scala maggiore.
L’articolo di Islam Media Analysis sul primo attentato Isis in India