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Isis, al-Baghdadi fugge da Mosul abbandonando i suoi jihadisti

Al-Baghdadi è fuggito dopo aver capito che Mosul cadrà presto

Abu Bakr al-Baghdadi, il leader Isis, è fuggito da Mosul e attualmente si sta nascondendo in un luogo imprecisato nel deserto. Lo riporta Reuters citando fonti Usa e irachene. Il Califfo, vista la sconfitta imminente di Daesh nella città, non ha esitato a lasciare la zona abbandonando i suoi miliziani pur di sopravvivere. D’altronde non è un mistero che al-Baghdadi è braccato e teme per la sua vita. Tanto da aver adottato una serie di strategie per non essere rilevato. Dall’usare tunnel sotterranei al travestirsi quando è costretto a spostarsi in superficie. Si muove più volte al giorno e porta con sé alcuni alti comandanti Isil. Ufficialmente per ricevere consigli. In pratica, invece, per tenerli sotto controllo ed evitare possibili sorprese come tradimenti.

Il Califfo è latitante con i suoi miliziani dallo scorso novembre

Secondo le intelligence, al-Baghdadi non ha scelto a caso di nascondersi nel deserto. Conosce molto bene la zona, in quanto vi operava quando era sotto la guida di Abu Musab al-Zarqawi in al-Qaeda in Iraq (AQI), e con buona probabilità ha ancora diversi contatti locali. Un’ulteriore conferma sulla sua fuga da Mosul viene dal fatto che da tempo non si hanno sue comunicazioni ufficiali. Nei giorni scorsi sono stati diramati alcuni ordini nei territori Daesh, ma sempre “in nome di”. Il suo ultimo messaggio ufficiale, infatti, è dello scorso novembre. E’ un proclama registrato, in cui il Califfo ordina ai jihadisti dello Stato Islamico di  combattere i miscredenti e di far scorrere il loro sangue a fiumi. Da allora solo commenti spot su attacchi lanciati da attentatori suicidi in Iraq e Siria. Non solo. Il leader Isil non ha neppure commentato ufficialmente la caduta di Mosul Est.

I separatistsili Isis useranno la sua fuga per destituirlo, in quanto è un vigliacco

La fuga di al-Baghdadi rischia di ottenere l’effetto contrario rispetto a quanto voluto: decretare cioè la sua fine. Il peso del Califfo, infatti, è già in caduta libera per le sconfitte subite da Daesh in tutti i teatri e per la sua assenza formale verso i jihadisti. Alcuni domandanti locali, infatti, da tempo si sono ribellati alla sua leadership, tanto da chiedere a gran voce la sua rimozione. L’aver abbandonato i suoi uomini fornirà ulteriore spinta alle frange separatiste, che lo definiranno un vigliacco e quindi non più in grado di guidare lo Stato Islamico. Non solo. Anche possibili “soffiate” alle forze internazionali non saranno più considerate tradimento. Anzi, potrebbero essere viste come un mezzo per toglierlo di mezzo e liberare così la strada a nuovi capi.

 

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