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Iraq, vita sempre più difficile per i comandanti Isis a Mosul

Arrestati con le accuse di sovversione e complicità in furto

È sempre più difficile la vita per i comandanti Isis a Moul. Questi sono presi di mira dai raid aerei dell’operazione Inhernet resolve oppure arrestati o uccisi dai loro stessi compagni. Nelle ultime ore ha perso la vita Walid Sarhan al-Kurdi, noto anche come Abu Ali al-Kurdi, a capo della Sharia per l’area di Tel-Kaif. È stato ucciso in un raid mirato della Coalizione internationale anti-daesh nel quartiere di al-Zanjili (quadrante Ovest) insieme a 4 suoi luogotenenti. Inoltre, sono stati incarcerati 3 capi dello Stato Islamico, con l’accusa di aver tentato di dividere la formazione. Lo riporta Alsumaria, ricordando che i dirigenti sono stati prelevati in altrettante aree della zona occidentale della città. Sembra anche che il gruppo potrebbe essere coinvolto nella recente fuga del Diwan Bayt al-Mal, il tesoriere della formazione.

Ogni volta che Isis prova ad accumulare risorse, uno dei suoi capi le ruba

Il tesoriere Isis, insieme ad alcuni miliziani è fuggito verso il distretto di al-Ba’j e poi è scomparso lungo il confine con la Siria. Il bottino, proveniente dal “tesoro di stato” (Baitul-Mal), era composto dai soldi guadagnati con il contrabbando di petrolio e con le estorsioni alla popolazione locale. Inoltre, il gruppo di ladri aveva asportato alcuni manoscritti rubati da Mosul. Si conta che a seguito del furto, Daesh a Niniveh abbia perso milioni di dollari. Ad agosto del 2016, c’era stato un precedente, sempre nella città. Il protagonista era il Wali dello Stato Islamico e 3 suoi aiutanti, i quali avevano sottratto un’ingente quantità di denaro e reperti archeologici di grande valore. A seguito dell’azione, i vertici del Califfato avevano giustiziato i 6 miliziani a guardia dell’edificio dove era custodito il Baitul-Mal.

Gli arresti sono la conseguenza delle crescenti differenze interne al Daesh

Secondo le fonti citate da Alsumaria, però, la motivazione dell’arresto dei 3 leader Isis è diversa. Questa è legata alle crescenti differenze interne nel Daesh a Mosul, caratterizzate da scontri interni anche armati. La conferma viene dal fatto che alcuni capi nei giorni scorsi hanno messo in discussione la leadership dello stesso Califfo, Abu Bakr al-Baghdadi. I dissidenti dello Stato Islamico, secondo Shafaaq, sarebbero guidati dal siriano Abu Abdullah al-Shami (che non si sa se sia tra i 3 arrestati). Questo ha esortato gli altri capi Isil a interrompere l’alleanza con al-Baghdadi. Non ci sarebbe, infatti, garanzia che il Califfo sia ancora vivo. In particolare, al-Shami cita il codice di comando della formazione jihadista. Questo revoca i poteri di guida a un leader in caso non siano certe le sue capacità o dove sia. E crescono i dubbi su entrambi i versanti.

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