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Iraq, ucciso ad Hawija la mente Isis dietro all’“invasione del Ramadan”

Isis aveva infiltrato da Hawija 11 attentatori suicidi, intercettati e netralizzati dalle forze irachene

Isis in Iraq ha perso la mente dietro all’”invasione del Ramadan”. Il pianificatore della carneficina annunciata, ma fortunatamente mai avvenuta. Lo ha confermato il capo del consiglio provinciale di Diyala, Sadeq al-Husseini. L’umo è stato ucciso in un raid aereo vicino ad Hawija. Il Daesh aveva lanciato l’operazione per destabilizzare la sicurezza in alcune città della provincia, tra cui Baqubah. Lo aveva fatto infiltrando 11 attentatori suicidi (shahid), che prima si sono recati a Mutaibija. Poi, si sono sparpagliati nell’area per lanciare attacchi terroristici. Il tentativo, però, era stato bloccato dalle forze di sicurezza e dall’intelligence, che hanno intercettato gli shahid dello Stato Islamico e li hanno neutralizzati prima che potessero colpire.

Il piano è fallito per l’arroganza di Isis: ha annunciato in anticipo le sue intenzioni

Isis, d’altronde, aveva fatto l’errore di annunciare in anticipo l’intenzione di condurre una campagna di attacchi in tutto l’Iraq. Questa era stata chiamata appunto “invasione di Ramadan” e coinvolgeva non solo la provincia di Diyala. Ma anche quelle di Muthanna, Maysan e Dhi Qar, a sud, dove sono site Nassiriyah e Bassora. A seguito dell’annuncio del del Daesh, le forze di sicurezza hanno incrementato la presenza nei luoghi più a rischio ed effettuato raid preventivi. Soprattutto nelle zone di confine tra le varie provincie, come quella tra Salahuddin e Kirkuk, nell’area delle montagne Hamreen e del villaggio di Al-Azeem. Qui sono riusciti a intercettare alcuni dei jihaditi dello Stato Islamico, da cui è stato poi possibile risalire all’intera cellula di attentatori.

Daesh usa sempre più ragazzi molto giovani per compiere attentati suicidi. Sono sacrificabili e destano meno sospetti

Peraltro, Isis per cercare di portare a termine i suoi piani ha preso a usare shahid molto giovani. Poco più che bambini. Questi facevano parte sia della cellula dell’“invasione del Ramadan” sia di altri gruppi che hanno condotto attentato suicidi contro le forze irachene. Daesh impiega sempre più spesso ciò che resta dei “Cuccioli del Califfato” per compiti di questo tipo. Da una parte i ragazzi non hanno esperienza e sui campi di battaglia sarebbero più di ostacolo che di aiuto allo Stato Islamico. Dall’altra, la loro giovane età li rende meno visibili e sospetti a occhi poco attenti. Di conseguenza, hanno più chances di passare inosservati. In entrambi i casi, comunque, i giovani sono “sacrificabili”.

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