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Iraq, uccisa ad Hawija la “Vevova Nera” Isis. Era a capo della Hisbah

La Vedova Nera Isis è stata uccisa da una bomba davanti casa
Isis perde il suo primo comandante donna in Iraq. Era soprannominata la “vedova nera” ed è stata uccisa da un’esplosione davanti a casa sua ad Hawija, in provincia di Kirkuk. Finora non si avevano avute notizie su morti legate a personaggi femminili di alto livello nella formazione. La leader era uno dei vertici del dipartimento Daesh della Hisbah, quello che vigila sul rispetto della moralità. I membri della struttura compiono arresti ed eseguono anche le punizioni comminate ai colpevoli. Comprese le esecuzioni. In questo contesto la “vedova nera”, era uno dei massimi esponenti e responsabile di decine di torture e morti. Il suo soprannome derivava da 2 fattori: il fatto che vestisse sempre di nero e l’aver perso il marito, uno dei capi dello Stato Islamico, in un bombardamento circa un anno fa.
Mohamed al-Shami ucciso in un raid aereo presso il villaggio di Fudeiha
Sempre ad Hawija, considerata ormai la nuova roccaforte Isis in Iraq, Daesh ha perso anche un altro comandante nelle scorse ore. Lo ha confermato alla stampa il capo del Consiglio di sicurezza provinciale di Diyala, Sadeq al-Husseini. L’alto funzionario ha spiegato che il leader era un siriano, conosciuto con il nome Mohamed al-Shami. Questo ha perso la vita in un raid aereo contro un edificio occupato dallo Stato Islamico presso il villaggio di Fudeiha, nella zona di Hawija a sud ovest di Kirkuk. L’attacco, avvenuto su indicazione dell’intelligence di Baghdad, era diretto proprio contro di lui. Tanto che è stato lanciato appena arrivata la conferma sulle coordinate in cui si trovava.
Le forze irachene cominciano a concentrare l’attenzione su Hawija, nuova roccaforte Isis
Le forze irachene e quelle internazionali da qualche tempo hanno cominciato a concentrare l’attenzione su Hawija. Ciò in quanto è divenuta ormai l’ultima zona franca per Isis nel paese. Infatti, vi stanno confluendo numerosi miliziani e leader Daesh, fuggiti dai campi di battaglia a Mosul e nelle altre zone della provincia di Niniveh. Nonché da Anbar. Questi non possono puntare verso la Siria in quanto il rischio di essere eliminati dai soldati locali è troppo alto. Inoltre, anche se riuscissero ad attraversare i confini, verrebbero quasi certamente giustiziati dai loro stessi compagni per essersi macchiati di codardia. A seguito di questa situazione Baghdad ha approntato una piano, appena completato, che partirà al più presto. Obiettivo: liberare tutta l’area dai jihadisti.