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Iraq, PMU entrano nella roccaforte Isis al confine con la Siria: Baaj

L’operazione Martiri di Sinjar procede spedita a Baaj dopo la liberazione di Qayrawan

Isis sta per perdere Baaj, la sua roccaforte in Iraq, a ovest di Mosul, al confine con la Siria. Le milizie paramilitari sciite Hashd al-Shaabi (PMU) hanno conquistato il complesso residenziale Ramboosi, cacciano il Daesh dall’area. Inoltre, hanno assunto il controllo della strada principale tra Baaj e Shingal. L’obiettivo è liberare la roccaforte e l’area fino al confine dalla presenza dello Stato Islamico. Il nome in codice delle manovre è Martiri di Sinjar e si tratta della seconda fase dell’operazione Mohammed Rasool Allah 2. Finora, le PMU hanno liberato tutta la regione di Qayrawan: sia la città sia i 13 villaggi che la compongono.

A Qayrawan liberato Kocho, il villaggio-simbolo delle atrocità Isis contro gli yazidi

Tra i centri abitati a Qayrawan liberati da Isis c’è Kocho. Luogo dove è nata Nadia Muratd, sopravvissuta al Daesh e ambasciatore di buona volontà Onu. Il villaggio è un simbolo delle atrocità dello Stato Islamico contro gli yazidi. Si trova a 18 chiloimetri a sud di Shingal e vi vivevano 4.000 persone. Quando Daesh attaccò la zona ad agosto del 2014, arrestò migliaia di civili, la maggior parte dei quali proprio a Kocho. Alcuni di questi furono poi giustiziati in massa nel villaggio. Le ragazze, le bambine e le donne divennero schiave dei miliziani. Alcune furono trattenute dai jihadisti e altre vendute. Di fatto, a oggi non si conosce la sorte di migliaia di yazidi dell’area.

A Baaj uccisi nei raid aerei 46 miliziani. A Qayrawan scoperta prigione Isis per detenute yazide

Nel frattempo, mentre le PMU attaccano Isis sul terreno a Baaj, l’aviazione irachena parallelamente lo fa dal cielo. Nelle ultime ore sono stati eliminati nella zona 46 miliziani del Daesh e distrutti 4 veicoli, due dei quali trappolati (VBIED). Lo Stato Islamico ha tentato diversi contrattacchi, ma tutti sono stati neutralizzati. Inoltre, nelle perquisizioni a Qayrawan è stato scoperto un nuovo elemento che conferma la barbarie dei miliziani: un carcere usato per detenere le donne yazide. Lo ha trovato all’interno di un edificio la 40esima brigata delle PMU. Al suo interno, oltre a gabbie usate come celle, c’erano anche degli strumenti di tortura.

 

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