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Iraq, Mosul sarà definitivamente libera entro una settimana

Isil continua a perdere terreno. Arretra a Zanjili verso la Città Vecchia
Mosul sarà liberata completamente da Isis entro una settimana. Sicuramente entro il 10 giugno. ne sono convinti i vertici iracheni. Il giorno è simbolico, in quanto in quella data del 2014 la città fu conquistata dal Daesh. A proposito, il premier Haidar al-Abadi ha già dato istruzioni di preparare le celebrazioni. Sarà lui, infatti, ad annunciare la vittoria definitiva. E non i militari come avviene usualmente. Intanto sul terreno le truppe stanno combattendo duramente contro i miliziani. Tanto che dall’inizio dell’offensiva finale ne sono stati uccisi almeno 119 solo nel quartiere di al-Saha. I jihadisti, invece, sono confinati un un’area inferiore ai 9 chilometri quadrati e in 3 distretti: Zanjali. Saha e la Città Vecchia.
L’offensiva finale sarà nella Città Vecchia, da 7 vie d’accesso
Sarà proprio la Città Vecchia e la Grande Moschea gli ultimi obiettivi che verranno liberati da Isis. Questa ha 7 vie d’accesso, 3 da nord e 4 da sud: Bab al Tub, Bab Sinjar, Bab Latish, Bab al Biz, Bab al Shams, Bab al Saray e Bab al Jadid. Una volta che sarà stato bonificato Zanjili, ora controllato al 70% dalle forze irachene, comincerà la vera e propria invasione della zona. Il ruolo da protagonista lo avranno le forze anti-terrorismo, le uniche specializzate nel combattimento urbano. Intanto, i miliziani Daesh sono mantenuti sotto pressione presso la Grande Moschea di Mosul, quella al Nuri. Le forze di reazione rapida della polizia federale è a circa 900 metri e mantiene il presidio. Non avanza, ma colpisce qualunque elemento dello Stato Islamico che provi ad affacciarsi.
Le ultime armi di Isis sono le auto-bomba e i civili, usati come scudi umani
Isis, non avendo più libertà di movimento e capacità di reazione, conta sulle sue ultime armi: le auto-bomba (SVBIED) e i civili, usati come scudi umani. Per impedire la loro fuga da Mosul ovest, ha minato l’entrata delle case. Perderli, infatti, significherebbe la fine immediata. Lo sanno anche i militari iracheni, che stanno avanzando con prudenza per proteggere l’incolumità della popolazione locale. Parallelamente, hanno anche aperto corridoi per evacuare i civili dalle zone di scontro con lo Stato Islamico. Nell’area ce ne sono oltre 100.000.