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Iraq, a Mosul fallito il contrattacco Isis per rallentare offensiva

Gli attacchi a sorpresa del Daesh tutti respinti. Prosegue “prudente” l’avanzata nella città. Si combatte a Intisar e si punta all’aeroporto di Mosul.
In Iraq non ha funzionato il tentativo di Isis di rallentare l’offensiva a Mosul. Nei giorni scorsi il Daesh ha lanciato una serie di contrattacchi, falliti, con l’obiettivo di distrarre le forze militari dall’assalto al cuore della città. Le azioni sono avvenute a est, a sud e a ovest e hanno causato ulteriori perdite al Califfato. Non si è invece registrato nessuno stop dell’operazione “Stiamo Arrivando Niniveh”. Un altro attacco c’è stato anche nella provincia di Anbar: due miliziani dello Stato Islamico hanno tentato di introdursi in una base militare, ma sono stati uccisi prima di raggiungerla. Nel frattempo, prosegue l’avanzata – anche se in maniera prudente – all’interno di Mosul. I militari, infatti, hanno continuato a conquistare terreno, ma a un certo punto sono dovuti arretrare per evitare vittime civili. Una volta libera l’area, però, hanno ripreso gli scontri contro. Ciò ha permesso di conquistare un altro quartiere a Est.
Le difese Isis a Mosul si rivelano inefficaci e barbare
A Mosul Isis continua anche a vessare la popolazione locale, cercando di forzarla a seguire i jihadisti nelle ritirate, come scudi umani. Finora, secondo i comandanti iracheni, sono stati uccisi almeno 1000 miliziani del Daesh nella città dell’Iraq settentrionale. Ne rimangono, comunque, molti altri. Si parla di 4000 combattenti. Comunque, a oggi è stata ripresa circa la metà della zona est, fino al fiume Tigri che divide la città. A difesa dei nuovi perimetri, lo Stato Islamico ha schierato oltre 650 auto-bomba (VBIED), pronte a esplodere al passaggio del nemico. Queste, però, vengono individuate in anticipo e fatte brillare senza causare perdite. A questo proposito, la Coalizione ha confermato recentemente che grazie a una strategia adottata, sono crollati anche gli attacchi suicidi.
Battaglia in corso a Intisar. Da sud si punta all’aeroporto di Mosul
Attualmente uno dei distretti coinvolti negli scontri a Mosul è quello di Intisar (sud est). Si tratta di una zona densamente popolata e con passaggi stretti: questa rende difficile per i carri armati muoversi e sparare con precisione per evitare danni collaterali. A ciò si aggiunge che Isis usa reti di tunnel per lanciare ondate di attacchi a sorpresa. Di conseguenza, la Nona divisione corazzata (che sta operando nell’area), ha chiesto di ricevere rinforzi di fanteria. L’obiettivo è alleggerire la pressione sulla zona, colpendo in nuovi fronti della città per diluire le difese dello Stato Islamico. Infatti, da sud stanno avanzando verso il centro le forze di reazione rapida della polizia. Queste prima conquisteranno il villaggio di Albu Saif, ancora nelle mani del Califfato, per poi arrivare all’aeroporto di Mosul. Una volta sotto controllo, permetterà l’arrivo rapido di uomini e rifornimenti, necessari all’offensiva.
Il segretario alla Difesa Usa: Possibilmente l’offensiva si concluderà prima dell’insediamento di Trump
Sui tempi per la riconquista definitiva di Mosul da Isis si è espresso il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter. L’alto funzionario ritiene che l’offensiva anti Daesh possa concludersi “possibilimente” – come scrive Reuters – prima che il presidente eletto Donald Trump assuma formalmente l’incarico. Cioè il 20 gennaio 2017. Carter ha avvisato che parte della battaglia dipenderà anche dalle condizioni metereologiche. Le forze dell’Iraq, comunque, sono preparate a qualsiasi eventualità. Il segretario in un’altra occasione ha parlato anche del dopo-Califfato nel paese: La Coalizione dovrà fornire assistenza e lavorare per addestrare, equipaggiare e sostenere le force in campo”, ha sottolineato.