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Iraq, le milizie sciite pro-Iran cominciano a far sentire la loro voce dopo le parlamentari

Le milizie sciite pro-Iran cominciano a far sentire la loro voce dopo le parlamentari. Hashd al-Shaabi e altre fazioni protestano, bloccando l’autostrada Baghdad-Kirkuk. Obiettivo: obbligare al-Sadr a trattare con loro per non perdere peso
Cominciano in Iraq le proteste delle milizie sciite, che si aspettavano un risultato elettorale più premiante alle ultime parlamentari. Numerose persone sono scese in strada a Diyala, bruciando copertini e spargendoli sull’autostrada Baghdad-Kirkuk per bloccare il traffico, in particolare nel distretto di Khalis. A causa dell’evento, l’area è stata paralizzata per alcune ore e si sono registrati diversi disagi. Manifestazioni simili sono avvenute anche nella capitale, a Basosra, Diwaniyah e Muthanna. Non ci sono conferme ufficiali, ma sembra che i manifestanti siano sostenitori dell’ex premier Nouri al-Maliki, arrivato secondo dietro l’imam sciita Moqtada al-Sadr. Questi stanno cercando di obbligare il vincitore del voto a mediare con al-Maliki (e l’Iran) per la formazione del nuovo esecutivo.
Teheran vuole avere voce in capitolo quando si deciderà il nuovo governo e il premier
Il Movimento Sadrista, infatti, pur dovendo necessariamente allearsi con altre formazioni per poter governare, esprimerà comunque il primo ministro. Teheran e i suoi alleati locali, quindi, temono di essere tagliati fuori dalla partita pur essendo riusciti ad arrivare a un passo dall’obiettivo. In particolare, le milizie Hashd al-Shaabi che potrebbero perdere molto peso. Al-Sadr, peraltro, non è rimasto a guardare e sta cercando strade alternative per mantenere la sua autonomia e per non essere “commissariato” dalle altre fazioni. A proposito ha avviato tramite una commissione ad hoc un dialogo con i curdi e persino i sunniti.