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Iraq, la liberazione di Mosul da Isis sarà formalizzata entro 48 ore

Le truppe irachene stanno eliminando le ultime sacche di resistenza Isis fino al Tigri

Le ultime sacche di resistenza Isis a Mosul si sono disintegrate. Le forze irachene hanno arrestato decine di miliziani e comandanti Daesh nella Città Vecchia durante i rastrellamenti nella zona. La città è già libera dai jihadisti, come ha annunciato il presidente Haider al Abadi, ma lo sarà formalmente entro 48 ore. È il tempo che serve alle unità della polizia federale e a quelle anti-terrorismo per raggiungere il Tigri. Intanto si sommano le aree completamente bonificate dalla presenza di Isil. L’ultima è il distretto di Makawi e nelle prossime ore se ne aggiungeranno altre dopo la fine delle manovre.

Daesh teneva i civili prigionieri nelle cantine della Città Vecchia per esibirli come effetti dei raid in caso di attacchi

Intanto, durante i rastrellamenti, le forze irachene scoprono nuovi raccapriccianti dettagli sul periodo in cui Isis ha dominato Mosul. I miliziani Daesh, oltre a usare i civili come scudi umani, li hanno anche volontariamente esposti al rischio di essere uccisi dagli attacchi nemici per fini propagandistici. Nelle cantine di diversi edifici della Città Vecchia, infatti, sono state scoperte alcune specie di prigioni. Al loro interno i jihadisti dello Stato Islamico vi hanno rinchiuso molti uomini. Soprattutto anziani. Questi sono stati tenuti segregati anche per oltre 2 mesi consecutivamente con pochissimo cibo e acqua. Il loro obiettivo era esibirli come l’effetto degli attacchi aerei nemici, in modo da suscitare indignazione generale.

I documenti ufficiali Isis confermano che le donne erano vendute come schiave

È stata anche confermata la pratica barbara all’interno di Isis di vendere le donne come schiave. Alcuni documenti ufficiali, controfirmati con le impronte digitali di membri del Daesh e con il sigillo del Califfato lo hanno rivelato. In uno di questi si legge che una ragazza ventenne, longilinea e con occhi marroni è stata ceduta a un jihadista dello Stato Islamico per il corrispettivo di 1.500 dollari. Di conseguenza adesso sarà impossibile negare l’evidenza e accusare il “nemico” di diffondere menzogne per screditare Isil.

Il documento ufficiale Isis in cui è stata formalizzata la vendita della ventenne come schiava per 1.500 dollari

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