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Iraq, Isis a Mosul è nel caos. Fughe di massa verso Ovest

Fughe di massa sul fiume e tentativi, falliti, di minare gli argini occidentali

A Mosul Isis è nel caos più totale. Dopo aver perso tutto il quadrante Est, i miliziani del Daesh stanno fuggendo in massa verso Ovest. Lo fanno attraverso il Tigri a bordo di barchini o anche a nuoto. Parallelamente, cercano di minare gli argini per rallentare lo sbarco delle forze irachene. Il tentativo, però, sta fallendo. Tiratori scelti e gli aerei della Coalizione internazionale stanno, infatti, decimando tutti i jihadisti che trovano allo scoperto. A loro si aggiungono le unità dotate di missili anti-carro Kornet (nome in codice NATO AT-14 Spriggan). Questi, dai tetti dell’area occidentale, colpiscono tutti i mezzi dello Stato Islamico nel raggio di circa 5 chilometri dall’argine. Per riconquistare l’area orientale di Mosul sono stati uccisi in tutto almeno 3.300 fondamentalisti del Califfato.

In breve Isis è sconfitto anche a Tel Keppe (alias Tel Kyf)

Ma se a Mosul si cominciano a riorganizzare le forze in previsione del prossimo attraversamento del Tigri, a nord della città si combatte. In particolare a Tel Keppe (alias Tel Kyf), dove è appena terminata una battaglia per cacciare Isis dalla zona e chiudere l’ultima rotta di transito dei jihadisti verso nord. L’esercito iracheno, impiegando uomini e mezzi (soprattutto carri armati) in breve ha ripreso la zona incontrando una resistenza di media intensità. Molti miliziani del daesh, infatti, hanno preferito fuggire una volta visto che l’abitato era ormai perso. La conferma che Isis è ormai debole viene anche dal portavoce dell’operazione Inherent Resolve, il colonnello John Dorrian. Quest’ultimo ha spiegato all’agenzia Rudaw che lo Stato Islamico è stato costretto a ritirarsi, in quanto è troppo debole per resistere contro il nemico.

L’influenza di Isis nell’area è ai minimi. Sempre più paesi chiedono di aprire consolati

Ulteriori conferme che Isis in Iraq sia ormai allo sbando in Iraq vengono da due fattori: il primo è che a Mosul Ovest continuano gli scontri tra fazioni del Daesh. Queste si accusano a vicenda di essere traditori o di non rispettare gli ordini. Il secondo è legato al fatto che sempre più paesi stanno dialogando con le autorità di Baghdad per aprire consolati o rappresentanze legali in Kurdistan. Lo ha spiegato a Basnews il segretario per la stampa del Governo regionale curdo (KRG), Abdul-Khaliq Mohammed. A proposito, il funzionario ha ricordato che a oggi 30 nazioni hanno aperto sedi diplomatiche nell’area. Ciò conferma che le condizioni di sicurezza sono cambiate e che la minaccia dello Stato Islamico è ormai considerata sotto controllo.

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