L’esca è la mancata consegna per l’assenza del destinatario. L’obiettivo resta rubare i dati personali e della carta, nonché far abbonare la vittima a un servizio a pagamento.
Iraq, i militari dichiarano guerra a Isis nella Middle Euphrates Valley

Almeno 4 attacchi aerei nell’area causano pesanti danni a Isis
Le forze irachene hanno dichiarato guerra a Isis nella Middle Euphrates Valley. Nelle ultime ore, l’aeronautica di Baghdad ha lanciato una serie di raid nella zona contro postazioni Daesh. A seguito degli attacchi sono stati uccisi oltre 50 jihadisti e distrutti una decina di veicoli. Una prima operazione è avvenuta nell’area di Balij, a sud di Tal Afar. La seconda, sempre nella stessa zona, ha causato la morte di 12 miliziani. Il bilancio della terza, nella zona di al-Qayrawan, è stato di 8 membri dello Stato Islamico eliminati. Invece, nella zona di Mosul, è stato colpito e distrutto un nascondiglio dei jihadisti ad al-Mahlabiya. Dopo le costanti sconfitte subite a Mosul, molti estremisti e leader sono fuggiti dalla città per dirigersi verso la Siria. Operazioni in entrambi i paesi, però, sono riusciti a isolarli nella Middle Euphrates Valley, l’area che va da Deir ez-Zor al fiume nel paese vicino.
La fuga di Isis nella Middle Euphrates Valley è stata “costruita” a tavolino
Con l’offensiva di Mosul e quella imminente a Raqqah, i membri di Isis sono stati chiusi tra due fuochi e perciò sono stati obbligati a convergere in una zona ben precisa. Questa va in particolare da Abu Kamal ad Al-Qaiim. D’altronde in diversi casi sono stati gli stessi comandanti Daesh a decidere di fermarsi qui. Ciò in quanto hanno giudicato troppo rischioso procedere verso la Siria. A loro si sono aggiunti anche numerosi leader dello Stato Islamico, fuggiti recentemente da Raqqah, come confermano anche le Syrian Democratic Forces (SDF). Non è stato un caso che siano stati diretti verso la zona. È stata una scelta voluta e costruita in ambito locale e internazionale. Sia in Iraq sia in Siria, sono state condotte operazioni a questo scopo: spingere Isil fuori dai centri abitati verso aree desertiche per poter poi lanciare un‘offensiva su vasta scala.
I vertici Isis si trovano in terreno scoperto con poche protezioni e “scudi umani”
I miliziani Isis sono caduti nella trappola, grazie alle esche lanciate nei due paesi. Tra cui lasciare “involontariamente” corridoi aperti, attraverso i quali i jihadisti sono “riusciti” a fuggire. Parallelamente, sono state sbarrate tutte le altre possibili rotte di esfiltrazione. Ciò ha fatto sì che Daesh seguisse una sorta di via obbligata. Questa strategia ha determinato una serie di risultati importanti per le forze anti-Isil. Innanzitutto ha indebolito ulteriormente le difese Daesh a Mosul e a Raqqah. I capi hanno abbandonando gli uomini al loro destino e non c’è più una leadership nelle due città. Inoltre, si è creata un’elevata concentrazione di forze dello Stato Islamico in un’area, che offre meno protezione delle due roccaforti urbane. Senza contare che è notevolmente minore la presenza di civili. Perciò, da una parte si riducono i rischi di danni collaterali nelle manovre. Dall’altra, aumentano le chances di causare danni elevati al nemico.