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Iraq e Siria sviluppano la cooperazione anti-Isis ai confini

Siria e Iraq incrementeranno gli sforzi congiunti per isolare Isis alle frontiere

Iraq e Siria provano a incrementare la cooperazione in chiave anti-Isis. Secondo quanto riporta l’agenzia SANA il presidente  Bashar al-Assad ha incontrato il consigliere per la Sicurezza nazionale di Baghdad, Faleh al-Fayad. Questo ha trasmesso un messaggio del premier iracheno, Haidar al-Abadi, in cui si ufficializza la volontà del paese di continuare la collaborazione con Damasco nella lotta al Daesh. Specialmente lungo i confini tra i due paesi. Al-Fayad ha anche sottolineato che per eliminare definitivamente lo Stato Islamico servono intenzioni “oneste” di tutti i paesi coinvolti. Ciò in quanto la minaccia terroristica minaccia non solo la regione, ma tutto il mondo. Assad da parte sua ha lodato gli sforzi congiunti nella guerra al Califfato e ha sostenuto che questi costituiscono un passo importante per riportare la pace in Iraq e Siria. Parallelamente, si è discusso di come incrementare e migliorare la collaborazione per sfruttare al meglio il momentum.

In Siria le SAA avanzano verso Abu Kamal. In Iraq le PMU puntano a Baaj, Annah, Rawa e Qaim

Intanto, le truppe di Siria e Iraq continuano a togliere territorio a Isis e si avvicinano sempre più al confine a sud dell’Eufrate. Le prime, le SAA e i loro alleati, da Palmyra si stanno spingendo nel deserto a est. L’obiettivo è arrivare ad Abu Kamal. Le seconde, composte dalle milizie paramilitari sciite PMU e da quelle tribali, spinge contro Daesh in due direzioni. Da una parte verso Baaj, a ovest di Mosul, e dall’altra in direzione di Rawa, Annah e Qaim nella provincia di Anbar. L’obiettivo è il medesimo: schiacciare lo Stato Islamico al confine, isolando i miliziani dal grosso delle loro forze. Queste si trovano a Deir ez-Zor e nella Middle Euphrate Valley.

In Iraq ci sono timori legati alle PMU per il dopo-Isis

Peraltro, le operazioni militari anti-Isis in Siria e Iraq sono favorite da un fattore-chiave. L’appartenenza alla corrente sciita delle forze coinvolte. Lo sono le PMU, i  comandanti delle forze armate di Damasco e lo stesso presidente Assad. Gli ultimi due, infatti, sono alauiti, un ramo degli sciiti. Di conseguenza, c’è anche una visione comune. Ciò, però, è un’arma doppio taglio. Se da una parte facilita il dialogo “a distanza” tra le truppe e i vertici, dall’altra genera allarme in ambito iracheno e internazionale. Si teme, infatti, che le PMU – una volta sconfitto il Daesh – possano acquisire troppo potere nel paese. Inoltre, c’è il rischio che le milizie paramilitari creino una sorta di zona cuscinetto (buffer zone) tra i due paesi, che potrebbe dividere i potenziali alleati.

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