Al-Sadr gioca la carta dei parlamentari indipendenti per eleggere il nuovo presidente dell’Iraq. Obiettivo: sbloccare l’impasse dal 7 febbraio a seguito dei mancati accordi tra sciiti, sunniti e curdi

Moqtada al-Sadr gioca una carta a sorpresa per sbloccare l’impasse sulla nomina del nuovo presidente iracheno, a seguito dei mancati accordi tra sciiti, sunniti e curdi. Ha chiesto ai membri del Parlamento di partecipare alla sessione pianificata per eleggere il capo dello stato del paese mediorientale, prevista il 26 marzo. Sono circa 40 membri, non affiliati con nessuna formazione politica, che potrebbero giocare un ruolo decisivo a seguito del fatto che nessuno degli schieramenti oggi ha i numeri decisivi per condizionare la nomina. Secondo fonti politiche locali, infatti, i principali partiti politici sarebbero praticamente quasi tutti alla pari. Non a caso, dal 7 febbraio 2022 non si è mai riusciti a trovare la quadra, anche per continui boicottaggi al fine di esercitare pressioni su al-Sadr. Comunque, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, il presidente dovrebbe venire dal Kurdistan, il premier dagli sciiti e lo speaker del Parlamento dai sunniti.