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Iraq, al-Baghdadi ha mentito ai jihadisti Isis a Mosul

Al-Baghdadi promette libertà, ma fa fucilare i “traditori”
Il leader Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, ha mentito ai suoi uomini in Iraq. Nei giorni scorsi, il Califfo aveva annunciato l’evacuazione di tutti i jihadisti del Daesh da Mosul Est. Inoltre, aveva decretato che i foreign fighters potevano tornare a casa o farsi esplodere, immolandosi contro il nemico. Invece, chi ha lasciato il quadrante orientale della città viene sommariamente processato e giustiziato. Lo confermano i recenti scontri interni nello Stato Islamico a Mosul Ovest e la recente esecuzione di un giudice e quattro comandanti del Califfato. L’agenzia DPA, citando il colonnello Khaled al-Jewari del Comando congiunto delle operazioni (JOC), ha reso noto che il magistrato noto come Abu Hafsa e 4 capi operativi sono stati uccisi. Fucilati da un plotone d’esecuzione nella città di Badush, a ovest di Mosul.
Gli annunci di al-Baghdadi mere bugie di propaganda esterna
Perciò, i proclami di al-Baghdadi si sono rivelati meri annunci di propaganda. L’obiettivo era coprire all’esterno le fughe in massa dei foreign fighters Isis e dei combattenti locali. All’interno, invece, erano già pronti i tribunali e i plotoni d’esecuzione. Non solo. Anche il fatto che i miliziani del Daesh hanno raccolto i corpi dei loro compagni che sono morti cercando di attraversare il Tigri ha un significato ben preciso. Non certo dare degna sepoltura e onori al miliziano caduto. Ma verificare la sua identità, per capire così chi ha perso la vita e chi è fuggito o è scomparso. D’altronde che i transfughi avrebbero avuto vita difficile si era capito da subito. Appena arrivati sulla sponda occidentale del fiume, questi sono stati bersagliati dal fuoco dei loro ex compagni. Tanto che si è scatenata una battaglia, durata circa mezz’ora, che ha visto diversi morti da ambo le parti.
Isis con la sconfitta a Mosul Est perde anche milioni di dollari in antichità rubate
Peraltro, con perdita di Mosul Est, Isis non ha perso solo molti miliziani ed equipaggiamenti. Ma anche la possibilità di acquisire risorse finanziarie. La conferma viene dal ritrovamento in una casa dello Stato Islamico abbandonata nel quartiere di Hai Zra’a di una notevole quantità di artifatti antichi. Si tratta di 107 pezzi provenienti dall’epoca imperiale assira e della prima era islamica. Sono reperti archeologici antichissimi (hanno oltre tremila anni) e con un valore inestimabile. Questi con tutta probabilità erano stati stoccati nell’edificio per poi essere immessi nel mercato nero. Una volta venduti avrebbero fruttato milioni di dollari, fondamentali al Califfato per sopravvivere. Sembra, peraltro, che il ritrovamento non sia stato l’unico, ma che ci siano altri “depositi” di antichità nella zona. Tanto che i militari iracheni si sono messi sulle loro tracce.