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Iraq, Abu Bakr al-Baghdadi è braccato a Mosul. Anche dall’Isis

Il “Califfo” si sposta nei tunnel insieme ai leader principali. Ha paura di essere tradito. In molti nel Daesh vogliono sostituirlo dopo la disfatta globale.
In Iraq è caccia all’uomo nei confronti del leader Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, nell’area di Mosul. Diversi media locali, citando fonti dell’intelligence e militari, hanno rivelato che il “Califfo” è ormai braccato. L’ultima volta è stato segnalato a Tel Abtah, nel distretto di Hazar (ovest). In precedenza, invece, si trovava nell’area di Ba’aj, al confine con la Siria. Il “fantasma”, come è stato soprannominato dai combattenti del Daesh e della popolazione locale, per spostarsi usa la rete di tunnel sotterranei che lo Stato islamico ha scavato dal 2014. L’obiettivo, infatti, è spostarsi nella zona di Mosul senza essere rilevato dal nemico. Soprattutto evitando i rischi di subire un attacco aereo con droni o caccia, che sarebbe fatale.
Al-Baghdadi, accompagnato dai comandanti Isis, si muove nell’ombra
Al-Baghdadi è accompagnato nei suoi spostamenti nel nord dell’Iraq da diversi comandanti Isis. Sia nei viaggi sotterranei sia in quelli di superficie, necessari se non ci sono tunnel nell’area. Il gruppo, secondo gli 007 internazionali, si sposta su veicoli ordinari e mai in convogli, ma a distanza di sicurezza. Ciò per non dare nell’occhio. Di certo c’è comunque, che il leader del Daesh è in continuo movimento. Sono in molti, infatti, a cercarlo attivamente per eliminarlo. Non solo i nemici tradizionali, cioè le forze irachene e la Coalizione. Ma anche alcuni capi dello Stato Islamico che vorrebbero prendere il suo posto, non ritenendolo più adeguato.
Il Daesh, dopo anni al centro nella galassia del terrorismo, è crollato in Iraq e Libia
Isis, infatti, dopo alcuni anni in cui è stato leader nella galassia del terrorismo, ormai è crollato. Lo confermano la disfatta su tutta la linea che il Daesh ha subito: dall’Iraq alla Libia, passando per la Siria. nel primo paese la fine dello Stato Islamico è cominciata con la sconfitta a Ramadi ed è proseguita con la perdita di quasi tutti i territori controllati, tra cui Mosul, il cui crollo è solo questione di tempo. Nel secondo, la vittoria delle forze libiche a Sirte è stata un punto di svolta. Isis nel paese non ha più una roccaforte e soprattutto una fonte di guadagno. Tanto che i miliziani superstiti sono dovuti fuggire a sud al confine con Algeria e Niger per prendere respiro.
La Siria sarà la prossima tomba per Isis
In Siria le cose non vanno meglio per Isis. L’offensiva per la riconquista della roccaforte del Daesh a Raqqa è sul punto di partire. Le Forze di difesa siriane (SDF) stanno circondando l’area, bonificandola dalla presenza di jihadisti, per stringere l’assedio sulla città. Questo avverrà presto, anche grazie alla parziale caduta di Aleppo che ha accelerato i tempi. Di conseguenza, lo Stato Islamico è stato sconfitto su tutta la linea. Ciò che rimarrà ai jihadisti sarà solo l’attività di guerriglia e terroristica. Che sia in Europa, Africa, Asia o Medio Oriente. Questa, comunque, non sarà meno pericolosa per la comunità internazionale. Anzi.
Nel Daesh cresce il fronte di quelli che vogliono sostituire al-Baghdadi
La disfatta non è piaciuta a diversi capi Isis, alcuni dei quali imputano ad al-Baghdadi la colpa. In particolare, il Califfo del Daesh è accusato di aver affidato territori strategici a uomini non adatti e di non averli controllati a sufficienza. Inoltre, non sarebbe riuscito a tenerli sotto controllo e avrebbe sottovalutato la risposta del nemico. Da qui sono sempre più quelli che vogliono sostituirlo. Magari con uno dei suoi vice storici, i cui avvertimenti non sono stati ascoltati ma poi si sono rivelati esatti. Questa situazione è nota allo stesso leader, che tiene tutti i capi vicino a sé per poterli controllare meglio. Parallelamente, si sposta di continuo e senza un ordine definito, in caso qualcuno faccia una “soffiata” al nemico che potrebbe costargli la vita. Nessuno, infatti, sa dove sia o quale sarà la prossima meta. Finora.