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Il Venezuela cerca di legalizzare la censura sul web e social media

All’ANC il compito formale di “regolarizzare” i contenuti diffusi online e sui social media in Venezuela

Il governo del Venezuela punta a legalizzare la censura su internet e i social media. Ci sta lavorando l’Assemblea Nazionale Costituente (ANC), che prepara il progetto di legge “Contro i crimini di odio, intolleranza e violenza”. All’interno del testo si prevede che ci sia una regolamentazione dei contenuti diffusi online sia nei portali web sia nei social all’interno del paese latino americani. A proposito sono allo studio anche sanzioni contro i big del web se questi non rispetteranno le norme imposte. In particolare la rimozione di contenuti ritenuti “offensivi” da Caracas. Il progetto è stato consegnato da Maduro alla plenaria il 10 agosto e da quel momento è al vaglio dell’ANC e del suo vice presidente anziano Elvis Amoroso. L’alto funzionario è peraltro responsabile della raccolta di informazioni sul comportamento dei provider, che servirà come base per la legge.

Due articoli del disegno di legge – il 6 e il 13 – mettono in pericolo i principi di neutralità pluralità, libertà e accesso alla rete in Venezuela

In particolare sono 2 gli articoli della legge che mettono in pericolo i principi di neutralità pluralità, libertà e accesso alla rete in Venezuela. Lo ha rilevato l’IPYS (Instituto Prensa y Sociedad), chiedendo a Caracas di fermare qualunque iniziativa legislativa di censura dei cyber diritti. Sono il 6 e il 13. Nel primo si proibisce la propaganda a favore di guerra e apologia di odio nazionale, razziale, religioso, politico di altro tipo che costituisca incitamento alla discriminazione, all’ostilità, all’intolleranza o alla violenza. Sul versante internet, si legge che per i media elettronici, la diffusione dei messaggi di cui sopra comporterà il blocco dei portali, fatta salva la responsabilità penale e civile che potrebbe sorgere. I social media devono mettere a disposizione spazi nazionali esecutivi per la diffusione di messaggi che promuovono diversità, tolleranza e rispetto reciproco. Nonché per prevenire e sradicare tutte le forme di violenza politica, odio e intolleranza.

Maduro usa internet come arma contro l’opposizione, che rischia di non poter più criticare Caracas sul web. Pena fino a 15 anni di carcere

L’articolo 13 è legato agli “Atti punibili per motivi di odio e intolleranza”. Questo recita che chiunque pubblicamente promuove, promuove o incoraggia l’odio, la discriminazione o la violenza contro una persona, in virtù della sua adesione ad un particolare gruppo razziale, religioso, politico o di qualsiasi altro gruppo, fondato su motivi discriminatori, sarà punito con una reclusione da dieci a quindici anni. Sarà considerata come aggravante che l’azione venga condotta a seguito della partecipazione della vittima a un particolare gruppo razziale, religioso, politico o di altro tipo. Qui la pena applicabile sarà il limite massimo della sanzione prevista per il corrispondente atto punibile. Di fatto, il governo del Venezuela sta cercando di porre sul web una censura preventiva sui contenuti, impedendone ex ante la circolazione. Ciò rischia di minare la possibilità dell’opposizione di criticare Caracas su internet, in quanto i messaggi potrebbero “incitare all’odio” ed essere puniti con pene pesanti.

L’analisi dell’IPYS sul tentativo di Maduro di legalizzare la censura su web e social media in Venezuela

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