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I Marines Usa chiedono al loro personale idee innovative sulla dottrina

I Marines Usa chiedono al proprio personale idee innovative sulla dottrina, piuttosto che rivolgersi a esperti esterni, su 5 aree tra cui quella cyber

I Marines Usa chiedono al proprio personale idee innovative sulla dottrina, piuttosto che rivolgersi a esperti esterni. Lo fanno con il concorso Commandant’s Innovation Challenge, rivolto a tutti i membri del Corpo, che siano militari di qualunque grado o civili. Anche in pensione. L’iniziativa è rivolta in particolare a 4 settori: “Marine Corps Operating Concept”, “Littoral Operations in a Contested Environment”, “Expeditionary Advanced Base Operations” e “Multi-Domain-Battle: Combined Arms for the 21st Century”. La base, invece, è la Battlespace Awareness (BA). L’obiettivo del contest è acquisire suggerimenti utili per migliorare la qualità delle informazioni a disposizione del comandante di una Marine Air Ground Task Force (MAGTF), in modo che questo possa capire meglio l’ambiente in cui si opera e, di conseguenza, metta in campo le capacità migliori per raggiungere gli obiettivi.

La Commandant’s Innovation Challenge punta a scoprire concetti, formazione o tecnologia che assistano i comandanti di MAGTF nella Battlespace Awareness

La Commandant’s Innovation Challenge dei Marines Usa richiede ai partecipanti di identificare concetti, tipi di formazione o tecnologia che assistano i comandanti di MAGTF nello sviluppo veloce e nel mantenimento della Battlespace Awareness e nel capire al meglio gli ambienti in cui si troveranno a operare. I criteri di valutazione delle proposte sono 5: se rientrano nei parametri del concorso; se sono flessibili; se sono complete; quanto sono originali o innovative e, infime, qual è il loro impatto positivo sul Corpo dei Marines. Per presentare le proprie idee e soluzioni c’è tempo fino al 18 maggio. Successivamente, si procederà alla loro analisi ed entro il 29 giugno 2018 saranno annunciati i vincitori.

I Marines storicamente cercano in primis al loro interno quando si tratta di innovare il Corpo

I Marines, gelosi della loro professionalità e peculiarità, da sempre preferiscono avvalersi di expertise interni, piuttosto che esterni, per migliorare settori o procedure. I vertici del Corpo, infatti, storicamente ritengono che solo i propri membri siano in grado di avere la visione più completa e reale di ciò che accade, nonché di cosa si potrebbe cambiare. Solitamente, ai consulenti viene affidata parte della “seconda fase”. Cioè una volta identificata una criticità e trovata una rosa di possibili soluzioni, si chiedono pareri su quali siano le migliori e su eventuali alternative. E vengono coinvolti solo se all’interno non si è in grado di risolvere le questioni da soli. L’ultima parola, comunque, spetta sempre al Corpo in ogni caso.

Il messaggio sulla Commandant’s Innovation Challenge

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