L’esca è la mancata consegna per l’assenza del destinatario. L’obiettivo resta rubare i dati personali e della carta, nonché far abbonare la vittima a un servizio a pagamento.
Filippine, chi sono i miliziani Isis che hanno attaccato Marawi

I miliziani Isis hanno rapito un prete e oltre 12 fedeli, asserragliandosi in alcuni edifici strategici della città
Attacco in massa dei gruppi alleati a Isis nelle Filippine. I miliziani hanno rapito un sacerdote cattolico e oltre 12 fedeli a Marawi. Secondo quanto si apprende sono elementi del MAUTE, formazione affiliata al Fronte di Liberazione Islamico del Moro (MILF). Questa ha giurato fedeltà al Daesh dall’anno scorso. Tanto che l’arcipelago è stata dichiarata una “provincia” del Califfato. I jihadisti hanno assunto il controllo della città, asserragliandosi negli edifici strategici, già da ieri. Le forze di sicurezza sono intervenute e in tutta la zona è in corso una vera e propria battaglia. La polizia afferma di avere conquistato il controllo, ma nell’area ci sono ancora cecchini e unità dello Stato Islamico, che si muovono nel centro abitato. Peraltro, sventolando bandiere nere.
Hapilon ha guidato personalmente l’attacco a Marawi
Alla guida dei miliziani Isis a Marawi si pensa che ci sia Isnilon Hapilon, già capo di Abu Sayyaf e dal 2016 anche l’emiro del Daesh nelle Filippine. L’anno scorso la formazione si è alleata con lo Stato Islamico e ha portato in “dote” tutta una serie di battaglioni. Tra questi ci sono Abu Dujana, Abu Khubaib, Jundallah e Abu Sadr, che si sono uniti a Jund al Tawhid, Ansar al Sharia e and Marakah al Ansar. Il comandante è proprio Hapilom (alias Abu Abdullah al Filipini), la cui nomina era stata formalizzata ad aprile 2016 scorso aprile sulla newsletter jihadista Al Naba.
Isis è cresciuto nelle Filippine, sfruttando la crisi di al Qaeda e di Jemaah Islamiyyah (JI)
Nelle Filippine Isis è cresciuto fino a diventare la formazione dominante, grazie alla crisi che viveva al Qaeda e la sua branca locale, Jemaah Islamiyyah (JI), nell’arcipelago. A seguito di ciò Daesh ha trovato terreno fertile per reclutare miliziani a tutti i livelli e per fare propaganda verso la sua causa. Infatti, tra i primi a lasciare il suo gruppo per entrare nello Stato Islamico c’è stato Abu Bakar Bashir, leader spirituale e co-fondatore di JI. Di contro, i suoi due figli non hanno voluto seguire la medesima strada e insieme ad altri hanno formato il proprio gruppo: la Jemaah Ansharusy Syariah, che oggi conterebbe secondo alcuni media su circa il 50% dei vecchi seguaci di Bashir. Invece hanno scelto di unirsi a Isil i jihadisti del Mujahideen Indonesian Timor (Mit) e il loro capo, Abu Warda Santoso, ucciso a luglio 2016 dalla polizia indonesiana.