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Filippine, arrestata Monay: la principale finanziatrice di Maute/Isis

Monay catturata dai soldati in un villaggio non lontano da Marawi

Colpo di scena nelle Filippine. I militari hanno arrestato il principale finanziatore dei miliziani Maute/Isis, che da 6 settimane seminano il terrore a Marawi. Lo hanno fatto nell’ambito di un’operazione in un villaggio nella zona in cui sono state fermate 3 persone. Inoltre, c’è stato il sequestro di armi, munizioni e materiale per il confezionamento di esplosivi. Tra i miliziani Daesh bloccati c’è anche Monaliza Romato, alias Monay. La donna è una dei principali sponsor del gruppo di jihadisti affiliato allo Stato Islamico. È anche la nipote della matriarca del gruppo terroristico locale, Farhana, arrestata lo scorso mese. Da quel momento ha preso il suo posto nel clan. Questo è guidato da 7 fratelli, di cui due sono Omar e Abdullah. Hanno studiato in Medio Oriente e sono stati i principali pianificatori dell’attacco nella città dell’arcipelago filippino.

Le conseguenze per Maute/Isis dell’operazione dell’esercito filippino

“Monay ha rimpiazzato sua zia come principale finanziatore e supporter logistico del Maute/Isis”. Lo ha detto, secondo quanto riporta Reuters, il generale Gilbert Gapay, portavoce dell’esercito filippino. “Il suo arresto avrà conseguenze rilevanti sul sostegno logistico alla rete del gruppo” affiliato al Daesh, ha proseguito l’alto ufficiale. Il raid al villaggio, peraltro, ha permesso ai militari di bloccare il piano B dei jihadisti dello Stato Islamico. Questi, per prendere tempo, pensavano di compiere attacchi in altre zone dell’isola come diversivo. Inoltre, la sua cattura permetterà alle forze di sicurezza di capire meglio l’organizzazione dei miliziani a Marawi e le loro mosse, nonché i punti deboli.

Duterte ai soldati: Non prendete prigionieri, uccideteli tutti

Intanto, il presidente filippino Rodrigo Duterte ha detto ai soldati di non prendere prigionieri tra i miliziani Maute/Isis e di ucciderli tutti. Lo ha fatto dopo un tentativo, fallito, di trovare un accordo con i jihadisti Daesh. L’obiettivo era che si ritirassero da Marawi, permettendo ai militari di entrare in città e fornire aiuto alla popolazione locale. Questa è bloccata nella zona degli scontri e ormai è allo stremo, in quanto scarseggia il cibo e lo Stato Islamico ha imposto regole molto ferree. A far naufragare i negoziati sembra – ma non è confermato – siano state affermazioni del capo dello stato. Questo, dopo un primo momento in cui si era detto disposto a trattare nell’ombra, ha annunciato pubblicamente che non avrebbe dialogato con i terroristi.

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