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Difesa, i militari italiani si addestrano a evacuare i civili in zone di crisi

I militari italiani si addestrano a evacuare i civili in zone di crisi. Esercitazione LAMPO 23 per il JFHQ del COVI, già protagonista in Afghanistan e Sudan. Obiettivo: rafforzare il meccanismo delle operazioni Ippocampo (NEO)

I militari italiani si addestrano nelle operazioni per evacuare il personale non combattente (Noncombatant evacuation operations, NEO) dalle aree a rischio. In Sardegna si è appena conclusa l’esercitazione LAMPO 23, collegata alla Joint Stars 23. Protagonista: l’Italian Joint Force Headquarters (JFHQ), Comando ad alta prontezza operativa a disposizione del COVI, già impegnato ad agosto 2021 nelle evacuazioni dei civili in Afghanistan (operazioni Aquila Omnia) e nel 2023 dei connazionali dal Sudan. Le manovre (chiamate in termini tecnici “Ippocampo”) sono state concepite per incrementare la capacità di pianificare e condurre, in tempi ristretti, un’operazione di recupero di connazionali che versano in stato di pericolo in territorio straniero.

Come si è svolta l’esercitazione

Nell’esercitazione LAMPO 23 un’aliquota di personale è stata imbarcata a bordo della nave anfibia “San Giusto” della Marina Militare Italiana, impiegata come “base operativa avanzata”. Mezzi da sbarco con a bordo militari del Reggimento Lagunari “Serenissima” dell’Esercito Italiano e della Brigata Marina “San Marco”, hanno quindi raggiunto la costa. A terra hanno recuperato i connazionali e li hanno condotti dal punto di evacuazione a bordo dell’unità navale, per essere sottoposti ai controlli e allo screening sanitario. Nave “San Giusto” ha poi fatto rotta verso il porto di Cagliari dove i connazionali sono stati imbarcati su un C-130 dell’Aeronautica Militare con destinazione Roma. “Non sfuggirà come questo tipo di esercitazioni – ha sottolineato il generale incursore Giuseppe Faraglia, a capo del JFHQ e già comandante del Nono Reggimento Col Moschin – siano importanti in virtù di quanto è stato realmente portato a termine recentemente per l’evacuazione del personale civile dal Sudan.”

Il JFHQ italiano

L’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFHQ) è un Comando interforze ad alta prontezza operativa, rapidamente schierabile, in grado di immettersi con breve preavviso nelle aree di crisi in tutto il mondo e di assumere le funzioni di comando e controllo degli assetti terrestri, marittimi e aerei resi disponibili per l’assolvimento di una missione. È dotato di personale altamente specializzato e contraddistinto da una struttura organizzativa flessibile e snella. È stato costituito nel febbraio del 2007 al fine di concretizzare gli obiettivi stabiliti dal Concetto Strategico della Difesa. La sua istituzione, in linea con le iniziative intraprese dai Paesi leader della NATO e dell’Unione Europea dotati di organizzazioni simili, ha contribuito a collocare l’Italia in una posizione di primo piano nell’ambito dello scenario internazionale.

Le operazioni del Comando

Oltre che in Afghanistan e in Sudan, il JFHQ è stato impiegato in occasione della crisi in Georgia nel 2008, del sisma in Abruzzo (2009), delle emergenze di Haiti nel 2010, della Costa d’Avorio e della Libia nel 2011 e nelle Filippine nel 2013. Ha inoltre effettuato attività di evacuazione di connazionali dal Sud Sudan (2013), Libia (2014 e 2015) e Nepal (2015), nonché ha partecipato alla fase iniziale della missione “Prima Parthica” in Iraq (2014/15). Infine, ha aperto la missione “Ippocrate” in Libia (2016) e quella Bilaterale di Supporto in Niger (MISIN, 2018).

Foto Gallery dell’esercitazione by COVI

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