L’esca è la mancata consegna per l’assenza del destinatario. L’obiettivo resta rubare i dati personali e della carta, nonché far abbonare la vittima a un servizio a pagamento.
Come sarà la Guerra del Futuro?

di Quinto Francese
Come sarà la guerra del futuro?
Come sarà la guerra del futuro? E’ una domanda che in molti si sono fatti, dalle persone comuni ai più importanti scienziati di tutti i tempi. Lo stesso Albert Einstein ipotizzava, con un chiaro riferimento all’olocausto nucleare, che la quarta Guerra Mondiale sarebbe stata combattuta con i bastoni e con le pietre. Ebbene, la ricerca scientifica e il progresso tecnologico sono, oggi più che mai, velocissimi e, in qualche modo, sembrano ripercorrere scenari che, in passato, scrittori o sceneggiatori hanno ipotizzato nelle loro opere, peraltro in un modo tale che verrebbe da chiedersi, in fondo, chi abbia ispirato chi.
Dagli scudi di energia di Star Trek e Star Wars ai campi di forza al plasma sperimentati da Boeing
L’astronave Enterprise della serie “Star Trek” aveva degli scudi di energia per proteggersi dai meteoriti e dagli attacchi dei nemici, così come le aeronavi di “Star Wars”. Beh, già nel 2015, il colosso industriale statunitense Boeing otteneva un brevetto per dare il via alla ricerca e sperimentazione di un campo di forza al plasma che proteggesse, come scudo, i mezzi militari (e non solo) dalle onde d’urto delle esplosioni e dalle trappole esplosive in generale. Il sistema funzionerebbe attraverso la generazione di una grande quantità di energia capace di aumentare, in brevissimo tempo, la temperatura dell’aria circostante al bersaglio, per farla diventare plasma; ciò non proteggerebbe dalle schegge o dai proietti diretti, ma depotenzierebbe l’effetto delle onde d’urto. I sensori montati sui mezzi e sugli edifici da proteggere, sarebbero in grado di individuare, per tempo, la minaccia esplosiva. Saremmo lontani, quindi, dagli scudi dell’Enterprise, ma la strada sembrerebbe proprio quella.
La Russia guarda ad Iron Man, studiando gli esoscheletri
Dall’altra parte dell’oceano, invece, il modello di riferimento non sarebbe quello della famosa serie spaziale ma, bensì, quello di Tony Stark, “Iron Man”. Già dal 2017, i russi stanno sperimentando un sistema di esoscheletri in grado di consentire al soldato di trasportare carichi maggiori senza fatica. Il colosso tecnologico russo ROSTEC, attraverso l’Istituto centrale di ricerca per la costruzione di macchine di precisione (TSNIITOCHMASH), ha ideato e costruito le tute da combattimento RATNIK. Questi esoscheletri consentirebbero al soldato di trasportare agevolmente carichi fino a 45 kg e di condurre marce o azioni di combattimento prolungate con minima fatica. Inoltre, il sistema sarebbe assolutamente meccanico, costituito da molle e meccanismi in grado di alleggerire il carico sugli arti e sulla schiena, e quindi non vincolato a batterie o fonti di energia.
Anche gli Stati Uniti avevano sperimentato gli esoscheletri, ma Mosca li ha già testati sul campo in Siria nel 2017
In verità, gli Stati Uniti, con lo Special Warfare Development Group della US Navy, avevano già affrontato nel 2013 questa sfida, progettando il tecnologicissimo TALOS (Tactical Assault Light Operator Suit) ma che, proprio per le sue caratteristiche high tech e le batterie di scarsa durata, si è rivelato un fallimento. I russi, invece, hanno sperimentato con successo il primo prototipo di RATNIK (EO-1) in Siria nel 2017, soprattutto per l’impiego del sistema anti mina URAN-6 dove l’operatore deve portare al seguito una consolle di controllo del robot di quasi 20 chili. “La sfida principale consiste nella scelta dei materiali per gli esoscheletri. Dovrebbero essere sia resistenti che leggeri”, ha spiegato in un’intervista a Forbes Albert Bakov, CEO di TSNIITOCHMASH. Per il 2025 è stata già promessa una versione migliorata del RATNIK, il SOTNIK, che avrebbe anche la capacità di far maneggiare senza sforzo al soldato un armamento più pesante e di trasportare piccoli droni, in pieno stile “Alien” di Ridley Scott.
Nell’ambito Difesa il confine tra scienza e fantascienza si assottiglia sempre più, nella speranza però che non si arrivi a scenari alla Matrix o Terminator
Se poi inquadriamo tutto questo in un contesto dove gli studi e le applicazioni sull’intelligenza artificiale (AI), il cyberspace, i sistemi di pilotaggio remoto, le bio-tecnologie e la ricerca aero spaziale stanno facendo passi da gigante, verrebbe da chiedersi se, ad esempio, Isaac Asimov o Philip K. Dick non abbiano una qualche responsabilità nell’aver predetto ciò che oggi si sta realizzando. Il confine fra la scienza e la fantascienza, più passa il tempo, più sembra assottigliarsi, sperando sempre però che gli scenari distopici raccontati nei libri o nei film come “Matrix” e “Terminator” rimangano pura fantasia. Staremo a vedere i prossimi sviluppi.
Sitografia:
https://www.reccom.org/boeing-brevettato-un-campo-di-forza-al-plasma/
https://www.reccom.org/esoscheletri-militari-supremazia-tecnologica-russa/
https://taskandpurpose.com/news/talos-iron-man-suit-dead/
Photo Credits: SOCOM